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mercoledì 1 luglio 2020

Archeologia. Il nuraghe Domu Beccia di Uras. Articolo di Pierluigi Montalbano


Archeologia. Il nuraghe Domu Beccia di Uras
Articolo di Pierluigi Montalbano

Il Nuraghe Domu Beccia si trova a un km da Uras, nei pressi del cimitero, nella piana del Campidano, alla base di Monte Arci. Il territorio fu frequentato fin dal neolitico per l’ossidiana, come testimoniano un’officina di lavorazione e due menhir vicini al nuraghe. Di epoca nuragica sono alcune tombe di giganti e un villaggio con 150 capanne posto di fronte al nuraghe, al di là di Via Eleonora, la strada asfaltata dove si trova il cancello d’ingresso di Domu Beccia. Nel primo Ferro, come accade nel resto della Sardegna, Uras mostra tracce delle relazioni fra sardi e commercianti fenici che dalle coste si spingono verso l’entroterra. Rilevanti testimonianze di cultura materiale attestano la frequentazione del nuraghe anche in età punica, romana e bizantina. Gli archeologi hanno
rilevato un’articolazione delle strutture con ben sette torri raccordate da un bastione con antemurale provvisto di altre sette torri. Nell’area appena fuori dal cortile, si notano due ampie capanne: una è larga 10 m, ha ingresso a Sud-Ovest e presenta una nicchia a Sud-Est di fronte a un sedile in pietra; l’altra ha diametro di 8 m, ingresso a Ovest, e mostra anch'essa un sedile lungo la muratura interna.

Un altro vano, più piccolo, presenta un doppio paramento in basalto spesso 1 m, pavimentato con grandi lastre in arenaria. Nel 1992-93, gli scavi hanno portato alla luce vasellame in ceramica fine da mensa, da fuoco, in sigillata africana di età tardo romana e alto medioevale. Nel 2013 l’indagine nel pozzo, nel cortile, nel mastio e nei corridoi di accesso alle torri sono stati scoperti reperti di età bizantina, maschili e femminili. Il nuraghe, orientato lungo l’asse Nord-Est/Sud-Ovest, ha un’imponente cinta muraria con 7 torri e si espande verso sud delimitando un’area di 3600 mq. E’ realizzato con grandi massi basaltici sbozzati, inzeppati con pietrame. Nel corridoio d’ingresso c’è, sulla destra, un piccolo vano quadrangolare e, dopo pochi passi si arriva al grande cortile interno, dove ci sono gli ingressi delle torri e il mastio, al quale si accede attraverso un breve corridoio ogivale dove è presente una scala elicoidale. Nel mastio si aprono tre grandi nicchie, a sezione ogivale, disposte a croce e collegate da un corridoio interno. In ognuna di esse si nota una scala che percorre lo spessore murario in senso orario e conduce ai piani superiori, oggi crollati. 


La planimetria del mastio ricorda il Nuraghe Santu Antine di Torralba, con un deambulatorio circolare che collega le tre nicchie disposte a croce. Dietro il mastio, a Nord-Est, il bastione è completato da una torre priva d’ingresso. Anche lo spessore murario del bastione non sembra contemplare passaggi verso questa torre. La sensazione è che possa esistere un passaggio sotterraneo che attraversa il mastio ma solo futuri scavi potranno verificare questa ipotesi. L’accesso alle torri avveniva dal piano superiore del bastione, proprio come avviene all’Arrubiu di Orroli.  Nel cortile è stato trovato un pozzo, profondo 11 metri e oggi asciutto, con la bocca protetta da una ghiera in basalto rotta in tre parti e interno caratterizzato da eleganti conci in basalto di media pezzatura disposti in filari orizzontali fino al fondo e sono visibili le concrezioni calcaree che indicano l'antico livello dell'acqua. Nel cortile interno c’è un livello pavimentale, collegato alla torre centrale, lastricato in arenaria di media pezzatura. Lungo la parete sud dell'area c’era una scala formata da cinque enormi blocchi basaltici. 

Sulla stessa parete, in basso, è presente una piccola nicchia quadrangolare. La rimozione dei grandi massi di crollo ha portato la sua quota a quella del cortile. L'accesso ad uno dei vani è più basso di quella delle torri laterali. Al vertice sud-orientale del cortile c’erano una grande olla a orlo piatto e un'ansa a nastro, capovolta e con il fondo schiacciato da una grande pietra. Nello stesso punto si nota un allineamento di blocchi basaltici di medie dimensioni che forma un quarto di cerchio che termina al lato dell'ingresso con un grande concio parallelepipedo. Lo scavo nel cortile ha messo in luce un altro allineamento, semiellittico, di blocchi basaltici di medie dimensioni, tra i quali si individua una macina, che parte dal mastio, giunge in prossimità del pozzo e poi svolta verso Est. Del Bronzo Medio e Recente sono le due nicchie, quasi opposte, presenti nel mastio. Lungo la scala dell'ingresso è stata scavata una nicchia ogivale pavimentata in basalto, così come quella, più ampia, visibile dopo pochi gradini. La scala elicoidale che dalla nicchia occidentale conduce al piano superiore ha 15 gradini. Prima dello scavo erano visibili solo i primi 5 gradini dall'alto e due strati di riempimento. 


Il secondo di questi strati era composto di terra gialla contenente numerosi frammenti ceramici e un abbeveratoio basaltico trovato rovesciato alla base dell'ultimo gradino della scala. Il cunicolo tra l’ingresso e la nicchia orientale ha restituito una grande olla del Bronzo recente, adagiata in un incavo, numerosi frammenti ceramici di tegami e olle, frammenti di anse a nastro e pareti con decorazione metopale a pettine, decorazioni punteggiate e con motivo a zig-zag. Nel mastio è stato portato alla luce un unicum nel panorama nuragico: un focolare addossato a un sedile perimetrale realizzato con piccole pietre di basalto e lastre di arenaria.
Il disegno in copertina è stato gentilmente offerto da Giovanni Boassa. 

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