Diretto da Pierluigi Montalbano

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mercoledì 29 luglio 2020

Archeologia della Sardegna. Il suono degli scudi oblunghi dei guerrieri-sacerdoti di Mont’e Prama. Articolo di Giovanni Ugas


Archeologia della Sardegna. Il suono degli scudi oblunghi dei guerrieri-sacerdoti di Mont’e Prama
Articolo di Giovanni Ugas

Alla ricerca del ruolo dei personaggi col pugno guantato
Nell’ampio panorama dell’arte scultorea sarda del I Ferro un posto rilevante è occupato dalle immagini maschili connotate dallo scudo oblungo, tenuto ora al fianco, ora sopra la testa. Nel suo magistrale catalogo “Le sculture della Sardegna Nuragica del 1966, Giovanni Lilliu definiva pugilatore l’immagine in bronzo con scudo oblungo sulla testa da Cala Gonone di Dorgali (n. 64) che, in precedenza, Doro Levi (1949) aveva riconosciuto in un cuoiaio per via del guanto che proteggeva la mano da una supposta lesina. Il Lilliu, richiamando lo scudo oblungo dei gladiatori Sanniti studiati da S. Ferri (1963) interpretava la figurina di Dorgali come un gladiatore-pugilatore, perché sarebbe caratterizzato dal caestus, cioè il “guantone armato da una “acuta prominenza metallica (di bronzo o di piombo)”, correlato con una fasciatura, una sorta di manicotto a protezione dell’avambraccio (brassard). Allo stesso tempo il Lilliu riteneva problematicamente che fosse un sacerdote-militare la

domenica 26 luglio 2020

Archeologia della Sardegna. Videoconferenza Honebu con l'archeologo Giovanni Ugas.

Archeologia della Sardegna. 
Videoconferenza Honebu con l'archeologo Giovanni Ugas.
Conduce Pierluigi Montalbano.
(Invito i lettori a iscriversi al canale you tube per ricevere gli aggiornamenti dei video)






Prosegue la rassegna archeologica "i venerdi Honebu" dedicata alla divulgazione scientifica del patrimonio culturale della Sardegna.
Venerdi 24 Luglio, in diretta facebook, si è svolto l'ultimo appuntamento:

L'archeologo Giovanni Ugas tratta i temi:

"La cultura San Ciriaco"

"Shardana e Sardegna"

Organizza Honebu, nell'ambito della rassegna archeologica "i venerdi Honebu"

E' visibile anche su facebook al link:

https://www.facebook.com/100001666287370/videos/3291790510886459/

giovedì 23 luglio 2020

Archeologia. Shardana, guerrieri sardi nel Vicino Oriente. Articolo di Gavino Guiso sulla conferenza di Pierluigi Montalbano a Olmedo




Archeologia. Shardana, guerrieri sardi nel Vicino Oriente
Articolo di Gavino Guiso sulla conferenza di Pierluigi Montalbano a Olmedo

Pierluigi Montalbano, nella conferenza tenuta a Olmedo il 24 Ottobre 2019 sul tema Shardana, seguendo il corposo lavoro editoriale dell’archeologo Giovanni Ugas, è stato molto chiaro ed eloquente: un popolo capace di costruire a secco i più grandi edifici megalitici dell’antichità dopo le piramidi, (il Nuraghe Arrubiu di Orroli e il Nuraghe Santu Antine di Torralba) non può essere immaginato come un popolo isolato ed incapace di muoversi. E difatti sta ormai emergendo con prepotenza un ruolo attivo dell’antica civiltà sarda nella storia e nell’economia del Mediterraneo. Con le navi sarde viaggiavano materie prime, utensili e uomini. Le prove di questa dinamica realtà sono riportate nei documenti micenei, siriani ed egizi. La famosa stele di Rosetta, trovata da Napoleone nel

mercoledì 22 luglio 2020

Archeologia, la Cultura San Ciriaco e la nascita delle Domus de Janas. Articolo di Pierluigi Montalbano.

Archeologia, la Cultura San Ciriaco e la nascita delle Domus de Janas.
Articolo di Pierluigi Montalbano.

Verso la metà del V Millennio a.C. iniziò in Sardegna una fase culturale che portò a una serie di innovazioni in campo economico, funerario e manifatturiero. E’ conosciuta come “cultura San Ciriaco”, e prende il nome da una chiesa di Terralba vicino alla quale furono trovate ceramiche simili a quelle di Cuccuru is Arrius di Cabras. A differenza della precedente fase Bonu Ighinu, si nota la scomparsa della decorazione, l’assottigliamento delle pareti dei manufatti e una accurata finitura delle superfici che diventano chiare. Fra le attività c’è un

martedì 21 luglio 2020

Archeologia della Sardegna. Videoconferenza Honebu con l'archeologo Franco Campus e lo storico Attilio Mastino. Conduce Pierluigi Montalbano.

Archeologia della Sardegna. 
Videoconferenza Honebu con l'archeologo Franco Campus e lo storico Attilio Mastino.
Conduce Pierluigi Montalbano.
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Prosegue la rassegna archeologica "i venerdi Honebu" dedicata alla divulgazione scientifica del patrimonio culturale della Sardegna.
Venerdi 17 Luglio, in diretta facebook, si è svolto un altro appuntamento con due studiosi:

Lo storico Attilio Mastino tratta il tema:
"I miti greci e latini e le dee della Sardegna isola d'occidente"

L'archeologo Franco Campus parla del Nuraghe Santu Antine e della promozione dei siti archeologici.

Organizza Honebu, nell'ambito della rassegna archeologica "i venerdi Honebu"

E' visibile anche su facebook al link:

https://www.facebook.com/pierluigi.montalbano/videos/3272260552839455/

giovedì 16 luglio 2020

Miti, Dei e Regine della Sardegna antica. Articolo di Pierluigi Montalbano

Archeologia della Sardegna. Miti, Dei e Regine della Sardegna antica.
Articolo di Pierluigi Montalbano



La storia della Sardegna antica ci è stata raccontata da autori greci e latini che la manipolarono e adattarono alle loro esigenze politiche, tuttavia, le tappe indicate dagli storici del V secolo a.C. trovano corrispondenze nei dati archeologici. Pausania e altri affermano che la stirpe sarda fu generata dalla Dea Madre Terra con la sua discendente più antica: Medusa, regina di Sardegna, un personaggio che pietrificava con lo sguardo, metafora della divinità che creò i menhir. Medusa è riportata anche come la regina delle Amazzoni che porta i suoi attacchi nel Peloponneso e assedia Perseo a Micene. Il padre di Medusa è Forcus (Phorcus), re del Mare e paredro della Dea Madre Terra, una sorta del greco Poseidone che col suo bastone con forcella avrebbe potuto reggere la volta celeste e aiutare i rabdomanti nella ricerca dell'acqua, il più prezioso fra gli elementi. Fra i bronzetti si notano alcune rappresentazioni che fanno pensare a questa divinità. Orfeo, Esiodo e Omero descrivono vicende legate all’epoca micenea, con i sardi che assediarono Creta al tempo di Talos, prima dell’arrivo degli argonauti di Giasone. Discendente di Medusa e Phorcus è Crisaore, padre di Gerione, un invincibile spadaccino; Gerione è Re di Tartesso, e difese le sue mandrie di buoi rossi da Eracle/Ercole, inviato nella sua decima fatica a Occidente dal Re di Micene, Euristeo.

Gerione, dunque, è nipote di Medusa e padre di Eritheia, la rossa che sposò Hermes, fratello di Eracle, da cui generò Norax (Norace). Ricordiamo che Eracle portò via la mandria di buoi rossi (metafora dei lingotti in rame ox-hide) proprio dall’isola che i greci chiamano Eritheia, un luogo strategico posto lungo la rotta del rame e dell’argento, e dello stagno proveniente dalle Cassiteriti, le isole della Cornovaglia. Altre figure di rilievo, inseribili a pieno titolo nella discendenza matrilineare legata all’isola, sono Sardòa, della dinastia regale di Micene, e Sarda, moglie di Tyrrenòs, fondatore della stirpe dei Tirreni.  Una delle prime figure maschili a comparire nella genealogia sarda è Norax - Norace. Sallustio racconta che fosse figlio di Hermes (fratello di Eracle) e di Eritheia la rossa, figlia di Gerione. Solino racconta che gli Iberi, guidati da Norace, provengono da Tartesso, una regione mineraria ricca d’argento e piombo, intermediaria dello stagno. Norace, nei suoi viaggi commerciali, fondò Nora. Solino aggiunge che gli Iberi erano in guerra con i Libi, e la pace arrivò con Aristeo, fondatore di Cagliari, che unì le genti dei due popoli. Nelle genealogie del Peloponneso, Perseo ed Eracle sono riferiti a 5 e 3 generazioni prima della guerra di Troia, avvenuta intorno al 1230 avanti Cristo nei conflitti scatenati dai Popoli del Mare. Perseo sarebbe da inquadrare circa al 1330 a.C. ed Eracle al 1290 a.C. Di conseguenza, l’uccisione della regina Medusa avvenne intorno al 1380 a.C., mentre Norace si collocherebbe cento anni dopo, ai tempi della guerra di Qadesh fra Ittiti ed Egizi.

E’ evidente che quando i fenici giunsero a Nora, intorno al IX a.C., come attestato sulla famosa stele, ossia nello stesso periodo in cui Didone, sorella di Pigmalione, Re di Tiro, fuggì rubando il tesoro del tempio e fondando Cartagine, la città di Nora era già florida essendo stata fondata da Norace almeno 400 anni prima. Se, come penso, la mitica Tartesso era una potenza commerciale che aveva come principale centro amministrativo la città di Tharros, se ne deduce che la popolazione mista iberico-sarda insediata nel Golfo di Oristano, fu artefice di quel miracolo commerciale che la letteratura riferisce alla mitica Tarsis biblica. C'è da rilevare, tuttavia, che gli archeologi posizionano Tartesso in Andalusia, alla foce del Guadalquivir. A mio parere, il territorio coloniale tartessico si estendeva dalla Nurra verso le coste occidentali sarde, comprendeva Tharros, proseguiva per Sulky, l'attuale Sant'Antioco, e giungeva fino a Nora e Karalis (Cagliari). Tartesso controllava i traffici marittimi provenienti dal golfo del Leone, dalle Baleari e dalle Bocche di Bonifacio, a dimostrazione di una talassocrazia commerciale sarda ancora non indagata dagli studiosi. Il cuore pulsante dell’economia del Mediterraneo Occidentale era Tharros, mentre tutti gli approdi-empori presenti lungo le coste costituivano l’ossatura di una potenza marittima che faceva del commercio il proprio cavallo di battaglia. 
Nel passaggio dall'età del Bronzo all'età del Ferro, le relazioni commerciali fra oriente e occidente furono agevolate da alleanze strategiche fra mercanti e indigeni. Seguendo il mito, i potenti clan nuragici si accordarono con i nuovi arrivati attraverso il richiamo a un eroe indigeno di matrice iberica, quel Norax-Norace, eponimo del nuraghe. Il sito di Nora conserva ancora il nome che evoca il nuraghe e l’eroe Norace, e c'è da osservare che l’antica denominazione di Minorca era Nure, come Nurra si chiama ancora la regione posta nel nord-ovest della Sardegna e Nure è anche il nome di un insediamento ubicato a nord di Alghero. I dati archeologici, linguistici e letterari, dunque, ci aiutano a individuare delle genti che giunsero in Sardegna dalla penisola iberica, diedero il nome alle isole Baleari, e si riconoscono nei Balari. Se gli Iberi sono da riconoscersi nei Balari, il loro eroe Norax si contrappose a Sardo, antenato dei Sardi e probabilmente dei Libi, che si stanziarono nel sud dell’isola. Pausania racconta che il più importante fiume sardo, il Tirso (Tharsos) segnava l’antico confine fra Iolei-Iliei (greci e troiani) a sud e “barbari” a nord. Questi ultimi sono da riconoscersi negli iberici Balari.

Nelle immagini:
I bronzetti denominati: "L'offerta della gruccia" e " Il Musico". Questi due personaggi potrebbero ricordare, invece, un rabdomante o la divinità Phorcus, il Dio del Mare.

Archeologia. I Sardi nella guerra di Troia. Riflessioni di Carlo D'Adamo

Archeologia. I Sardi nella guerra di Troia
Riflessioni di Carlo D'Adamo



La storiografia greca ha elaborato nel ciclo dell’epopea troiana il processo di crisi del sistema miceneo, mentre la storiografia egizia ha narrato parte dello stesso processo sotto il tema dell’invasione degli “Abitanti delle Isole del Grande Verde” che ordivano una “congiura” contro l’Egitto assalendo le sue coste e tentando un’invasione.
La sostanziale autoreferenzialità delle due tradizioni storiografiche impedì a Platone, al quale la tradizione egizia era giunta di seconda o di terza mano, di riconoscere nel racconto di Crizia (che egli riporta nel Timeo) gli stessi avvenimenti che i greci avevano già elaborato nei miti di Teseo e del ritorno degli Eraclidi e nella grande epopea della guerra di Troia.
Ma se noi ci misuriamo direttamente con Medinet Habu ed evitiamo il bypass “sacerdoti egiziani-Solone-Crizia-Platone” per accedere direttamente alle fonti che parlano degli Abitanti delle Isole del

sabato 11 luglio 2020

Archeologia della Sardegna. Videoconferenza Honebu con gli archeologi Giorgio Murru e Valentina Leonelli. Conduce Pierluigi Montalbano.

Archeologia della Sardegna. 
Videoconferenza Honebu con gli archeologi Giorgio Murru e Valentina Leonelli.
Conduce Pierluigi Montalbano.
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Prosegue la rassegna archeologica "i venerdi Honebu", organizzata dall'Associazione Culturale Honebu di Cagliari e dedicata alla divulgazione scientifica del patrimonio culturale della Sardegna.
Oggi, Venerdi 10 Luglio, alle ore 19, in diretta facebook, un altro appuntamento con due studiosi:

L'archeologo Giorgio Murru, direttore del Museo delle statue menhir di Laconi, illustra la statuaria preistorica della Sardegna e analizza i menhir antropomorfi offrendo un'interpretazione dei simboli scolpiti a rilievo.

L'archeologa Valentina Leonelli, responsabile del parco archeologico del Nuraghe Adoni di Villanovatulo, parla del nuraghe quadrilobato Adoni, del villaggio adiacente e chiude con alcune considerazioni sulla figura dell'archeologo.

Organizza Honebu, nell'ambito della rassegna archeologica "i venerdi Honebu"

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Menhir:
Esistono legami fra nuraghi e menhir?
A Seui, fra le pietre che componevano la parete di un vano del nuraghe Ardasai, è stato trovato un grosso frammento di una statua menhir lavorato a martellina che presenta profilo ogivale, sopracciglia,

sabato 4 luglio 2020

Archeologia della Sardegna. Videoconferenza Honebu con gli archeologi Michele Guirguis e Augusto Mulas. Conduce Pierluigi Montalbano.

Archeologia della Sardegna. 
Videoconferenza Honebu con gli archeologi Michele Guirguis e Augusto Mulas. 
Conduce Pierluigi Montalbano.
(Invito i lettori a iscriversi al canale you tube per ricevere gli aggiornamenti dei video).



Prosegue la rassegna archeologica "i venerdi Honebu", organizzata dall'Associazione Culturale Honebu di Cagliari e dedicata alla divulgazione scientifica del patrimonio culturale della Sardegna.
Oggi, Venerdi 3 Luglio, alle ore 19, in diretta facebook, un altro appuntamento con due studiosi:

L'archeologo Michele Guirguis racconta gli scavi che ha diretto gli scorsi mesi nel sito di Cuccureddu, a Villasimius, ed espone l'argomento che riguarda i rapporti tra i sardi di tradizione nuragica e i fenici, con riferimento a Sulky, Monte Sirai e altri siti. Chi erano i fenici? Quando arrivarono in Sardegna? Che relazioni crearono con i sardi di tradizione nuragica? Quale fu il ruolo di Cartagine nello scacchiere politico ed economico del Mediterraneo Occidentale e centrale?

Con l'archeologo Augusto Mulas parliamo del villaggio Santuario Abini, a Teti, dove sono stati trovati la maggior parte dei bronzetti sardi. Oltre all'approfondimento sulla bronzistica e sul ruolo dei Santuari Federali nella Sardegna nuragica approfondiamo la questione "pasti rituali" nei siti nuragici.

Organizza Honebu, nell'ambito della rassegna archeologica "i venerdi Honebu"

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Ogni cultura ha delle tradizioni legate ai pasti, e adotta norme per apparecchiare, assegnare il posto ai commensali, disporre l’ordine delle pietanze, presentare i cibi abbinandoli fra loro, o anche ciò che si può

mercoledì 1 luglio 2020

Archeologia. Il nuraghe Domu Beccia di Uras. Articolo di Pierluigi Montalbano


Archeologia. Il nuraghe Domu Beccia di Uras
Articolo di Pierluigi Montalbano

Il Nuraghe Domu Beccia si trova a un km da Uras, nei pressi del cimitero, nella piana del Campidano, alla base di Monte Arci. Il territorio fu frequentato fin dal neolitico per l’ossidiana, come testimoniano un’officina di lavorazione e due menhir vicini al nuraghe. Di epoca nuragica sono alcune tombe di giganti e un villaggio con 150 capanne posto di fronte al nuraghe, al di là di Via Eleonora, la strada asfaltata dove si trova il cancello d’ingresso di Domu Beccia. Nel primo Ferro, come accade nel resto della Sardegna, Uras mostra tracce delle relazioni fra sardi e commercianti fenici che dalle coste si spingono verso l’entroterra. Rilevanti testimonianze di cultura materiale attestano la frequentazione del nuraghe anche in età punica, romana e bizantina. Gli archeologi hanno