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mercoledì 19 febbraio 2020

Archeologia. La preistoria della Sardegna: Cardiale, Bonu Ighinu, San Ciriaco, Ozieri, Campaniforme, Monte Claro, Bonnannaro e Sant'Iroxi. Articolo di Pierluigi Montalbano


Archeologia. La preistoria della Sardegna: Cardiale, Bonu Ighinu, San Ciriaco, Ozieri, Campaniforme, Monte Claro, Bonnannaro e Sant'Iroxi.
Articolo di Pierluigi Montalbano ©

La prima fase di antropizzazione stabile della Sardegna risale all’inizio del Neolitico, intorno al VII Millennio, quando piccoli gruppi di pescatori e cacciatori decisero di insediarsi lungo le coste del Sulcis e della Nurra, nei pressi di grotte che consentivano un riparo per la notte. Prima di questo periodo si hanno tracce di frequentazione stagionale, forse per battute di caccia e pesca nei periodi favorevoli. La cultura della Ceramica Cardiale è una fase del Neolitico antico che compare intorno al 6000 a.C. anche nelle altre coste mediterranee. E’ caratterizzata dallo stile delle decorazioni impresse nei vasi con una conchiglia denominata Cardium. Le sue tracce più antiche sono state individuate sulle coste adriatiche in piccoli villaggi presso grotte occupate da genti che praticavano la

martedì 11 febbraio 2020

Archeologia della Sardegna. Il Guerriero di Noeddale Articolo di Gustavo Bernardino


Archeologia della Sardegna. Il Guerriero di Noeddale
Articolo di Gustavo Bernardino


E' sorprendente come, tornando con lo sguardo su testi oramai abbandonati per averne assimilato i contenuti, ti appaiono improvvisamente delle immagini che non avresti mai immaginato di vedere.
Spero di riuscire anche a suscitare l'interesse del lettore col presente lavoro che propone una tesi probabilmente già sostenuta da altri. In questo caso chiedo scusa per la ripetizione. Si tratta di capire se è possibile interpretare la volontà dei nostri antenati circa il metodo di seppellimento dei defunti secondo una logica di appartenenza alle diverse classi sociali. Questo criterio l'ho accennato in un precedente articolo in cui appunto ritenevo che le immagini di due diverse “Domus de janas” che si

domenica 9 febbraio 2020

Archeologia. Tomba Dipinta di Mandras, Ardauli (OR) - Finalmente i fondi per il restauro. Articolo di Cinzia Loi


Archeologia.  Tomba Dipinta di Mandras, Ardauli (OR) - Finalmente i fondi per il restauro.
Articolo di Cinzia Loi

Nell’ambito del “Piano straordinario di scavi archeologici e interventi di valorizzazione nei siti archeologici 2018” della Regione Autonoma della Sardegna, in collaborazione con il Comune di Ardauli, è stato finanziato l’intervento di restauro della Tomba Dipinta di Mandras, una delle più affascinanti tombe ipogee a domus de janas tipiche del Neolitico sardo (IV millennio a.C.). La Tomba di Mandras ricade in un’area ricca di monumenti archeologici riferibili all’età preistorica (necropoli ipogeica di Crabiosu ed omonimo riparo sotto roccia, tomba ipogeica di Istudulè, necropoli ipogeica di Muruddu).
La tomba si apre alla base di un basso affioramento di tufo trachitico, ove, accanto, sulla destra, è presente il chiaro tentativo di escavazione di una seconda grotticella. Poco distante, su un’altra parete, è stata individuata una terza tomba, scavata parzialmente. La domus di Mandras (fig. 1), a sviluppo

domenica 2 febbraio 2020

Archeologia. La preistoria in Sardegna: risorse e attività dei popoli che vivevano nell'isola 5000 anni fa. Articolo di Pierluigi Montalbano

Archeologia. La preistoria in Sardegna: risorse e attività dei popoli che vivevano nell'isola 5000 anni fa.
Articolo di Pierluigi Montalbano






















L'abbondanza dei prodotti e la mitezza del clima accompagnavano la descrizione dell'antica Sardegna da parte degli scrittori classici. Le fonti letterarie sulla divinità protosarda Aristeo, raccontano che al tempo dei nuraghe la Sardegna era ricca di olio, latte e miele, ma anche di alberi da frutta delle campagne, del bosco e della macchia. Nel Campidano abbiamo attestazioni della vinificazione a partire dal I Ferro, ma brocchette per il vino circolavano già nel Bronzo Recente e forse già da allora fece la comparsa la bevanda inebriante. I Sardi potevano contare, inoltre, su un vasto patrimonio di animali di allevamento e su una ricca fauna venatoria.
Questa ricchezza di cibo permetteva grande disponibilità per l'immediato e riserve per i mesi invernali, con lo stoccaggio di carne trattata con sale, lardo e grasso. Dal mare, dagli stagni e dai fiumi arrivavano nelle case dei villaggi, attraverso gli scambi interni, i pesci e i molluschi, come emerge dai ritrovamenti e dalle prime analisi dei resti ittici. I pesi trapezoidali e le fuseruole, rinvenuti nei villaggi, documentano l'attività tessitoria praticata con