Diretto da Pierluigi Montalbano

Ogni giorno un nuovo articolo divulgativo, a fondo pagina i 10 più visitati e la liberatoria per testi e immagini.

Directed by Pierluigi Montalbano
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domenica 29 dicembre 2019

Archeologia. Sardegna, la Civiltà Nuragica: Nuraghi a corridoio e Nuraghi a Tholos. Articolo di Pierluigi Montalbano


Archeologia. Sardegna, la Civiltà Nuragica: Nuraghi a corridoio e Nuraghi a Tholos. 
Articolo di Pierluigi Montalbano
(tratto dal libro: "Popoli del Mare", Capone Editore, 2019)

Nuraghi a Corridoio
La Civiltà Nuragica, quella dei costruttori di nuraghi, si sviluppò in Sardegna durante tutta l’età del Bronzo, dal XVII al X a.C., e continuò poi per altri 5 secoli, attuando una serie di profondi cambiamenti sociali, in un periodo in cui i sardi non costruivano più torri. Il substrato che consentì il suo sviluppo si andò formando sul finire del III Millennio a.C., quando la cultura locale, conosciuta come facies Monte Claro, fu fortemente influenzata dalle genti del Vaso Campaniforme, portatori d’innovazioni importanti quali l’architettura dolmenica, nuove tecnologie per la fusione dei metalli e una forte specializzazione nell’uso delle armi.

venerdì 27 dicembre 2019

Archeologia. Le origini degli ulivi e la nascita della produzione dell'olio in Sardegna. Articolo di Giandomenico Scanu

Archeologia. Le origini degli ulivi e la nascita della produzione dell'olio in Sardegna.
Articolo di Giandomenico Scanu




S’ignora l’epoca esatta della prima apparizione di Olea europaea in Sardegna ma le analisi sui pollini provano la sua presenza nell’isola già in età post glaciale. Dai reperti di carboni prelevati in siti del Neolitico è difficile stabilire se si tratti di legno di Olea europaea sylvestris (Miller), o anche oleaster (Hoffm. et Link) oppure di Olea europaea sativa. Numerose informazioni testimoniano, invece, la presenza nell’isola dell’olivastro, la cui presenza è tutt’ora visibile. Le immense aree olivastrate estese per di migliaia di ettari, costituiscono, oggi come allora, parte integrante del paesaggio sardo. Alcuni ritengono che l’olivo poteva essere già presente nell’isola, in forme selvatiche spontanee, quando i sardi vennero a contatto con le civiltà dei Fenici e dei Greci.

giovedì 19 dicembre 2019

Navigazione e Carte Nautiche: Vespucci e il Planisfero di Pesaro. Articolo di Rolando Berretta


Navigazione e Carte Nautiche: Vespucci e il Planisfero di Pesaro.
Articolo di Rolando Berretta

Questo racconta Vespucci nel Mundus Novus:

Il 14 maggio 1501 partimmo felicemente con tre navi da Lisbona, su incarico del suddetto re, per cercare nuove terre verso l’Austro e navigammo ininterrottamente per venti mesi verso sud, e la nostra navigazione si è svolta così….
….(alla fine) …Queste sono le cose più notevoli che ho visto durante questo mio ultimo viaggio, che io chiamo Terza giornata, poiché altre due sono le due spedizioni che ho compiuto verso occidente per incarico del serenissimo re di Spagna. Durante le quali io ho preso nota delle meraviglie compiute dal sublime Creatore di tutte le cose, nostro Dio; delle principali, ho scritto

mercoledì 18 dicembre 2019

Archeologia. L'età del Ferro in Sardegna: arte e religiosità s'incontrano. Articolo di Pierluigi Montalbano

Archeologia. L'età del Ferro in Sardegna: arte e religiosità s'incontrano
Articolo di Pierluigi Montalbano
(Tratto dal libro Popoli del Mare, di Pierluigi Montalbano, Capone Editore, Novembre 2019)  ©


© Durante la Civiltà Nuragica è evidente un cambio sociale avvenuto intorno al X secolo a.C., con una serie di tracce archeologiche che vedono la trasformazione del rituale funerario. La realizzazione di una nuova tipologia tombale, con pozzetto a ipogeo singolo che sostituisce le Tombe di Giganti, suggerisce la volontà di distinguere i defunti all’interno della comunità. Forse siamo in presenza di gruppi familiari con ruoli di prestigio o di personaggi degni di essere ricordati per le loro qualità sociali, economiche, politiche o militari. Con l’abbandono dell’attività edilizia dedicata alla costruzione di nuovi nuraghi, i sardi nuragici avviano un piano urbanistico che elabora nuove strutture, realizzate smontando gli edifici in disuso. Già da due secoli, nei villaggi si realizzavano monumentali strutture pubbliche dedicate alla religiosità e ai rituali comunitari. Le tradizionali architetture civili e le abitazioni, erano affiancate dai templi a pozzo, raffinati edifici in cui l’acqua

giovedì 12 dicembre 2019

Archeologia. Shardana, guardia reale del faraone Ramesse II. Tratto dal libro Popoli del Mare, di Pierluigi Montalbano, Capone Editore, Novembre 2019

Archeologia. Shardana, guardia reale del faraone Ramesse II
(Tratto dal libro Popoli del Mare, di Pierluigi Montalbano, Capone Editore, Novembre 2019) ©  

©
Gli Shardana furono scelti per diventare la guardia scelta del faraone Ramesse II, invogliati con concessione di privilegi, terre fertili lungo le sponde del Nilo, diritto di matrimonio, successione ereditaria dei campi. Già dal XV a.C., all’epoca della regina Hatshepsut e di Tuthmosis III, l’esercito egizio si ampliò con l’immissione di truppe formate da guerrieri professionisti, con corpi d’armata, divisioni di fanteria, carristi e ufficiali, con la conseguente specializzazione delle tecniche di combattimento. A tutto ciò, si univa l’apparato di supporto costituito da personale di servizio, flotta e carri di supporto per i viveri e vettovaglie, carpentieri, cuochi, addestratori di cavalli e maestri d’armamenti che insegnavano le tecniche con la spada, l’arco, la lancia e le

venerdì 6 dicembre 2019

I nostri antenati illuminati dalla luce del toro per 2000 anni. Riflessioni di Gustavo Bernardino


I nostri antenati illuminati dalla luce del toro per 2000 anni.
Riflessioni di Gustavo  Bernardino


Il ricco e superbo patrimonio di costruzioni monumentali ricevuti in eredità dai nostri antenati, è capace di offrire non solo grandi emozioni nell'ammirare lo splendore della loro esecuzione ma consente di immergersi nella storia più antica della nostra terra rendendoci partecipi delle usanze, abitudini,  e  culti religiosi. Mi riferisco in particolare alla bellezza e alla solennità delle Domus de Janas ed in particolare a quelle della necropoli di Museddu a Cheremule (vedi foto A e B). In questo complesso, appartenente probabilmente al periodo eneolitico (3.900/3.500) a.C., si trovano due “domus” che si differenziano dalle restanti costruzioni per delle particolari rifiniture che di seguito descrivo.
Nella “domo” indicata dalla lettera (A) sono riprodotte nella parte alta dell'ingresso due corna in modo che tutta l'apertura, nel suo insieme, assuma le sembianze di una protome taurina. Nella seconda immagine (lettera B) invece la protome è mancante del corno sinistro. Considerato che i nostri antenati costruivano i loro

lunedì 25 novembre 2019

Archeologia. Cagliari in epoca medievale fra Castrum, Castellum, Civitas, Urbes e altri termini descrittivi della città. Articolo tratto dagli studi di Rossana Martorelli e riassunto da Pierluigi Montalbano.


Archeologia. Cagliari in epoca medievale fra Castrum, Castellum, Civitas, Urbes e altri termini descrittivi della città. Articolo tratto dagli studi di Rossana Martorelli e riassunto da Pierluigi Montalbano.

La Giudicessa Benedetta di Lacon nel 1217 inviò una lettera a papa Onorio III in cui si disperava per l’errore di aver donato la rocca di Castello ai Pisani. Questi avevano fortificato il quartiere. Dall’altura minacciavano la città e pretendevano le entrate del porto. I Pisani, in realtà, già disponevano di un approdo idoneo allo svolgimento delle loro attività commerciali perché un nucleo di privati cittadini preferì risiedere sul colle di Bonaria e non entro le mura della cittadella giudicale. Nei documenti di poco successivi alla donazione, questo nuovo insediamento su Bonaria, che i Pisani si adoperarono per trasformare in un vero centro urbano, imitando il modello urbanistico delle città italiche del XIII secolo, non si chiamava Caralis (castrum munitissimum) bensì Castrum Novum. Nel 1259 i Pisani usavano il termine Castello Castri fino all’avvento dei catalano aragonesi che lo trasformarono in Castelli Calleri. Dionigi Scano vedeva nella presenza di reperti antichi nelle cortine dell’antico castello la testimonianza che Carales fin dall’inizio era stanziata sulla «sommità di questa

domenica 24 novembre 2019

Archeologia. Osservazioni di Corinna Pieri intorno al libro “Popoli del Mare - Minoici, Micenei, Shardana - Origine, materie prime, traffici marittimi preistorici” di Pierluigi Montalbano - Capone Editore, 2019

Archeologia. Osservazioni di Corinna Pieri intorno al libro “Popoli del Mare - Minoici, Micenei, Shardana - Origine, materie prime, traffici marittimi preistorici” di Pierluigi Montalbano - Capone Editore, 2019

Ringrazio l’autore per questo bel lavoro, che ha il pregio di fornire una panoramica a tutto tondo di come siano nate le frequentazioni tra tribù, etnie, popoli fin dall’alba dell’umanità quando essa scoprì di appartenere ad un mondo molto più grande di quanto non avesse ritenuto. Il titolo ed i sottotitoli già “parlano da soli” a tutti coloro che abbiano la curiosità di comprendere le ragioni che hanno indotto gli uomini ad incontrarsi e socializzare fino a determinare la prima “globalizzazione”. A tal proposito scopriamo che i primi scambi erano costituiti da “doni” di materie prime, ritenute pregiate in quei tempi, al fine di mantenere buoni rapporti di “vicinato”: una sorta di invito alla solidarietà per evitare conflitti. Si va avanti attraverso una lettura piacevole come se seguissimo la mappa di un percorso dove troviamo le materie prime dagli albori fino ai più sofisticati manufatti realizzati da straordinari artigiani: ceramiche, utensili, gioielli e armi. E furono proprio le armi che dettero vita ai grandi Imperi con Sistemi Palaziali grazie al controllo delle rotte commerciali marittime che consentivano l’acquisizione di notevoli ricchezze. Poi arrivarono i Popoli del Mare, una sorta di confederazioni di genti guerriere migranti, che attaccarono i grandi Imperi sconvolgendo gli assetti di potere e determinando la scomparsa dell’Impero Ittita e l’inizio della decadenza di quello Egizio. Le ragioni di tali ondate di guerrieri ci sono ancora sconosciute. Da quel momento tutto cambiò nel bacino de Mediterraneo, nuovi regni sorsero intorno ai centri abitati che dettero vita al tempo delle Città Stato, dal potere molto più fragile dei precedenti Sistemi Palaziali, ormai definitivamente tramontati. Gli ultimi capitoli ci narrano le gesta degli Shardana, un popolo sul quale ancora oggi si palesano ipotesi diverse. Montalbano ci presenta la sua con argomentazioni puntuali e documentate, ma non la svelerò perché arriva alla fine di una lettura agile, attraverso la quale ricostruire l’entusiasmante viaggio che ci ha portati fin qui e forse anche capire come meglio proseguire verso il domani. L’ultimo capitolo, non certo per importanza nel sentire dell’autore cagliaritano, è dedicato alla Sardegna e al fascino intramontabile e misterioso della Civiltà
Nuragica.

giovedì 14 novembre 2019

Archeologia. Shardana e altri Popoli del Mare sbarcano a Monserrato.

Archeologia. Shardana e altri Popoli del Mare sbarcano a Monserrato.

La geografia del mare non è una semplice tavola blu. Da millenni, nessun impero è rimasto solido se ha trascurato l’esplorazione e il governo dei mari, e senza prevalere sulle onde non si può ambire all’egemonia sulle terre. Essendo inabitabile, chi riesce a controllarne i nodi strategici, ossia gli stretti, laddove le acque si restringono e le coste si avvicinano, disegna la supremazia del potere marittimo. Chi controlla i punti di strangolamento, così sono chiamati questi luoghi, può decidere di chiudere o aprire le arterie dell’economia. Chi occupa postazioni determinanti può dissuadere o colpire il nemico. Nell’età del

martedì 12 novembre 2019

Archeologia. Le città in Sardegna fra tardoantico ed alto medioevo. Articolo di Rossana Martorelli


Archeologia. Le città in Sardegna fra tardoantico ed alto medioevo. 
Articolo di Rossana Martorelli
Le recenti ricerche storiche ed archeologiche stanno incrementando le conoscenze sulle città sarde, fornendo una nuova base per delinearne l’assetto raggiunto in epoca postclassica attraverso dinamiche di continuità o trasformazione. Sia le fonti scritte – sebbene scarse e relativamente più abbondanti su Cagliari – sia l’archeologia confermano una sostanziale persistenza nel medesimo sito degli insediamenti urbani, sino a che un insieme di eventi ne causò il progressivo abbandono in favore di nuovi centri agli inizi del medioevo. Impedisce di disegnare bene l’urbanistica e la fisionomia delle città sarde in questo periodo il fatto che i livelli archeologici relativi a tali secoli sono stati asportati durante esplorazioni “archeologiche” condotte in passato per riportare in luce le

venerdì 8 novembre 2019

Archeologia. Ossidiana: l’oro nero che veniva dal mare. Articolo di di Felicia Corsale e Franco Foresta Martin

Archeologia. Ossidiana: l’oro nero che veniva dal mare.
Articolo di di Felicia Corsale e Franco Foresta Martin

L’ossidiana alimentò la prima, grande rete di scambi commerciali e culturali su lunga distanza realizzata dall’uomo in età Neolitica, circa 6000 anni prima di Cristo. Questa rete di scambi ebbe nella Sicilia uno dei nodi più importanti dell’intero bacino mediterraneo. Oggi la ricerca scientifica mette a disposizione analisi fisiche e chimiche che da un minuscolo frammento di ossidiana permettono di risalire al giacimento geologico di provenienza e di definire l’età in cui questo vetro di origine vulcanica fu lavorato, fino ad assumere la funzione di utensile. L’ossidiana è un vetro naturale di origine vulcanica, un materiale amorfo, privo di quell’ordine strutturale tipico dei minerali. L’ossidiana di solito ha un aspetto nero-lucente e una tendenza a rompersi generando una superficie concoide, cioè curva come il guscio di una conchiglia. Si forma quando colate di lava molto ricche in

domenica 3 novembre 2019

A proposito della Stele di Nora e del nome Sardegna. Riflessioni di Salvatore Dedola, linguista e glottologo.


A proposito della Stele di Nora e del nome Sardegna. 
Riflessioni di Salvatore Dedola, linguista e glottologo.

SARDIGNA.
Siamo cortesemente invitati a deporre i dubbi sul vero nome dell’antichissima Sardegna perché l’isola si chiamava SARDIGNA esattamente come oggi. Se gli Italiani mutano la fonetica in Sardegna, sarebbe da rispondergli: “affare vostro!”. Purtroppo sappiamo che la toponomastica e la coronomastica attuali non si possono cambiare a piacere in quanto sancite in legge. Tant’è vero che nell’isola tutti i municipi hanno deciso di usare anche il nome sardo del proprio villaggio (le nuove leggi lo consentono), salvo però l’affiancamento del granitico nome italiano: quindi Puttu Majore - Pozzomaggiore. Fastidioso, vero?
Gli Italiani però non avevano deciso a capriccio il nome dell’Isola, avendolo scimmiottato dagli Spagnoli, che nei secoli passati ebbero mire, pretese e forze imperiali, ed infatti possedevano mezza

giovedì 31 ottobre 2019

Archeologia in Sardegna. Gli insediamenti della Civiltà Nuragica nel Sinis Riflessioni di Alessandro Usai

Archeologia in Sardegna. Gli insediamenti della Civiltà Nuragica nel Sinis.
Riflessioni di Alessandro  Usai

Gli insediamenti nuragici del Sinis accompagnano il periodo d’oro dei nuraghi, corrispondente alla fase di maturità sopra descritta (Bronzo Medio 3 e Bronzo Recente), e caratterizzano primariamente il periodo che seguì l’interruzione dei nuraghi, cioè le fasi di trasformazione, crisi e degenerazione-dissoluzione (Bronzo Finale e Primo Ferro). In questo campo d’indagine si può disporre di dati apprezzabili, grazie agli scavi  nell’abitato di Su Murru Mannu sotto il tofet di Tharros e grazie alle ricerche territoriali sistematiche. Inoltre informazioni utili vengono dai primi studi sull’insediamento di Sa Osa – Cabras, situato in prossimità della sponda destra del Tirso e quindi al di fuori dell’area geografica del Sinis. Secondo i miei conti, nel Sinis si conservano i resti di almeno 71 insediamenti nuragici grandi e piccoli, con una densità complessiva di quasi 0,6 insediamenti per chilometro quadrato. Tuttavia le conoscenze sono assai lacunose e  l’impressione che se ne ricava è probabilmente molto riduttiva. La vegetazione sull’altopiano basaltico ostacola la visibilità delle

mercoledì 23 ottobre 2019

Archeologia in Sardegna. Le sculture di Mont’e Prama: Contesto, scavi e materiali. Alle origini del fenomeno Mont'e Prama. La Civiltà Nuragica nel Sinis. Riflessioni di Alessandro Usai


Archeologia in Sardegna. Le sculture di Mont’e Prama: Contesto, scavi e materiali.
Alle origini del fenomeno Mont'e Prama. La Civiltà Nuragica nel Sinis.
Riflessioni di Alessandro  Usai

Il complesso di Mont’e Prama è un fenomeno archeologico senza confronti nell’Oristanese e nell’intera Sardegna. La sua unicità potrebbe essere il sintomo di una reazione o risposta locale delle comunità tardo-nuragiche del Sinis a condizioni particolari dovute a fattori interni o esterni, nell’ambito del processo di generale trasformazione culturale che investe l’intera Sardegna tra il Bronzo Finale e il Primo Ferro. Pertanto la presentazione del quadro complessivo del Sinis nuragico costituisce un tentativo rivolto non solo a ricomporre lo scenario su cui si staglia il fenomeno di Mont’e Prama, ma anche a individuare le peculiarità di uno specifico contesto culturale, peculiarità che potrebbero avere un rapporto con la singolarità della risposta ipotizzata. Il Sinis sembra aver interpretato a proprio modo la parabola della civiltà nuragica; anzi, sembra aver espresso le stesse tendenze generali che appaiono nel resto dell’Isola,ma con manifestazioni distinte per quantità o qualità, che richiedono  un’interpretazione adeguata. Nel Sinis si esprimono in modo ancora più marcato che nel resto della Sardegna quegli aspetti contraddittori che generalmente distinguono le

lunedì 21 ottobre 2019

Arte. Analisi semiotica COMPARATIVA di un quadro “in cerca di autore” (probabile André Derain). Riflessioni di Alberto Zei


Arte. Analisi semiotica COMPARATIVA di un quadro “in cerca di autore”
(probabile André Derain).
Riflessioni di Alberto Zei

Qualche tempo fa, fu pubblicato un articolo riguardante il ritrovamento di un quadro nella Roma romantica, attribuibile ad Andrè Derain sulla base di iniziali apprezzamenti dei tratti pittorici tipici di questo autore. Derain infatti, come noto, aveva abbracciato all’inizio del secolo scorso, l’ emergente stile detto delle “Fauves” ossia, delle bestie feroci. Questo termine attribuito allo stile di tipici rappresentanti di una nuova moda della pittura realizzata con colori randomici quanto cromaticamente violenti, da dare allo stile l’appellativo di “belve.  Si trattava di un quadro acquistato diversi decenni fa a Londra da un appassionato d’arte che trovava nello stile del contenuto e nella dedica al Presidente americano Delano Roosevelt nel retro quadro un interesse artistico e storico di

martedì 15 ottobre 2019

Archeologia. Il Primo Ferro nuragico nella Sardegna centro-occidentale. Articolo di Alessandro Usai


Archeologia. Il Primo Ferro nuragico nella Sardegna  centro-occidentale
Articolo di Alessandro Usai


Riassunto: La Prima Età del Ferro è documen­tata nell’Oristanese e nelle zone adiacenti da contesti materiali presenti in nuraghi, insediamenti, santuari, ripostigli e se­polture. L’analisi tipologica delle ceramiche rivela una distinta facies centro-occidentale con scarsa decorazione geometrica, a cui si aggiungono manufatti metallici e ornamenti. Gli insediamenti sono spesso caratterizzati da muraglie perimetrali, forse tipiche del periodo di transizione tra le età del Bronzo e del Ferro.

Il presente contributo si concentra sulla diffusa fa­cies oristanese del Bronzo Finale terminale-Primo Ferro iniziale e sui documenti più episodici della fase recente del Primo Ferro. Entrambi i momenti sono caratterizzati da contesti ceramici con scar­sissima decorazione geometrica e pertanto sono stati erroneamente riversati nel calderone “pregeo­metrico” del Bronzo Finale; ma le recenti edizioni di importanti contesti consentono di restituire la giusta collocazione alla documentazione materiale del

giovedì 3 ottobre 2019

Archeologia. Il Bronzo medio della Sardegna. Articolo di Anna Depalmas


Archeologia. Il Bronzo medio della Sardegna
Articolo di Anna Depalmas 

ISTITUTO ITALIANO DI PREISTORIA E PROTOSTORIA, ATTI DELLA XLIV RIUNIONE SCIENTIFICA. LA PREISTORIA E LA PROTOSTORIA DELLA SARDEGNA

Cagliari, Barumini, Sassari 23-28 novembre 2009 - Volume I - Relazioni generali

Il lungo periodo (secoli XVIII-XIV) appare caratterizzato da uno sviluppo culturale di cui sembra possibile definire solo parte dei processi mentre prive di sufficiente dettaglio risultano le articolazioni interne in due o tre fasi. Nell’intento di sincronizzare le sequenze con quelle peninsulari, si tende a distinguere tre fasi: gli aspetti Sa Turricola (BM 1), San Cosimo (BM 2) e “a pettine” (BM 3) (Lo Schiavo 2002, p. 52); oppure: Sa Turricola, “con associazioni tipologiche rinnovate” e “a pettine” (Usai 1998, p. 129); o ancora: Sa Turricola, Monti Mannu e San Cosimo (Ugas 2005); tali scansioni non sembrano però del tutto chiare. Recenti organizzazioni dei dati in tabelle di associazioni (Depalmas 2005, Tanda et alii 2003) hanno consentito l’ipotesi di almeno tre fasi, due delle quali ben distinte: BM I-facies Sa Turricola, caratterizzata da un limitato numero di elementi; BM II di più lunga durata contraddistinta dalla progressiva introduzione di elementi vascolari che preannunciano il Bronzo recente. Piuttosto difficile invece enucleare la fase BM III, in cui pur permanendo elementi tipici del BM come le decorazioni plastiche e l’olla a tesa interna, compare la decorazione “a pettine” ma forse non ancora con il repertorio completo di sintassi decorative che caratterizzerà il Bronzo recente. Il Bronzo medio della Sardegna appare comunque un periodo caratterizzato da articolazioni

mercoledì 25 settembre 2019

Archeologia. I Popoli del Mare, di Pierluigi Montalbano

Archeologia. I Popoli del Mare.
di Pierluigi Montalbano.

E' nato il mio ultimo lavoro editoriale, pubblicato da Capone - Lecce.
E' dedicato ai Popoli del Mare, alle loro origini, alle loro vicende, alla spinta evolutiva che diedero alle grandi civiltà del passato.
Lo presenterò in anteprima sabato 28 Settembre, alle ore 18, nella sala conferenze Honebu, a Cagliari / Pirri, in Via Fratelli Bandiera 100. Vi aspetto.

"Il Mare Mediterraneo è la culla di tutte le grandi Civiltà del passato. Roma, Cartagine, Atene e altre città costiere si sono alternate nel dominio sulle acque. Prima di loro, altri imperi si avventurarono fra le onde per consolidare il potere e imporre il controllo delle vie commerciali navali. Gli studiosi indagano da anni i fondali alla ricerca di tracce che chiariscano le vicende dell'età del Bronzo, quando egizi, minoici, micenei e naviganti occidentali, fra cui i sardi, frequentarono le autostrade del "mare nostrum" trasportando uomini, tecnologie, idee, cibo e merci di ogni genere. La ricerca dei metalli, soprattutto rame, stagno e argento, fornì la spinta decisiva verso la prima globalizzazione culturale della storia".

"La geografia del mare non è una semplice tavola blu. Da millenni, nessun impero è rimasto solido se ha trascurato l’esplorazione e il governo dei mari, e senza prevalere sulle onde non si può ambire all’egemonia sulle terre. Essendo inabitabile, chi riesce a controllarne i nodi strategici, ossia gli stretti, laddove le acque si restringono e le coste si avvicinano, disegna la supremazia del potere marittimo. Chi controlla i punti di strangolamento, così sono chiamati questi luoghi, può decidere di chiudere o aprire le arterie dell’economia. Chi occupa postazioni determinanti può dissuadere o colpire il nemico. Nell’età del Bronzo, le grandi potenze imperiali cercarono in tutti i modi di amministrare gli approdi in prossimità degli

martedì 17 settembre 2019

Honebu, il salotto della cultura, appuntamenti d'Autunno.

Honebu, il salotto della cultura. Appuntamenti d'autunno

Buongiorno, 
sono lieto di invitarvi ai prossimi eventi dell'Associazione Culturale Honebu. Tutti gli incontri del Venerdì si svolgeranno alle ore 19.00 nella Sala Conferenze in Via Fratelli Bandiera 100 a Cagliari / Pirri. Suggerisco di parcheggiare nell'ampio piazzale alla fine di Via Cuoco, a 20 metri dalla sala.
  
13 Settembre 2019, ore 19, Luigi  Sanciu: "Antropocene, l'era della plastica"

20 Settembre 2019, ore 19, Carlo Tronchetti: "Metodologia dello scavo archeologico"

27 Settembre 2019, ore 19, Fioraldo Cocco: "Dai Sumeri a Su Meri"  

4 Ottobre 2019, ore 19, Pierpaolo Piras: "La birra, storia, cosa è, come si degusta" 

11 Ottobre 2019, ore 19, Stefano Piroddi: "Sandahlia, la saga, i due volti dell'anima"

18 Ottobre 2019, ore 19, Maria Teresa Casu: "Passava in bicicletta sotto la mia finestra"  

25 Ottobre 2019, ore 19, Alfredo Sirianni e Milvia Petta: "Fotografia artistica e di viaggio" 

8 Novembre 2019, ore 19, Nicola Castangia: "Domus de Janas"

15 Novembre 2019, ore 19, Paolo Littarru: "Archeoastronomia"  

22 Novembre 2019, ore 19, Stefano Salvatici: "Il potere della mente" 

29 Novembre 2019, ore 19, Salvatore Dedola: "Dizionario etimologico della lingua sarda"

6 Dicembre 2019, ore 19, Massimo Gatto: "I pozzi sacri"  

13 Dicembre 2019, ore 19, Umberto Oppus: "La spada e la gloria"  

20 Dicembre 2019, ore 19, Pierluigi Montalbano: "Archeologia della Sardegna" 

Un caro saluto a tutti,
Pierluigi Montalbano

martedì 3 settembre 2019

Archeologia. I Popoli del Mare,un nuovo libro in uscita accende nuove ipotesi. Articolo di Pierluigi Montalbano

Archeologia. I Popoli del Mare, un nuovo libro in uscita accende nuove ipotesi.
Articolo di Pierluigi Montalbano

La geografia del mare non è una semplice tavola blu. Da millenni, nessun impero è rimasto solido se ha trascurato l’esplorazione e il governo dei mari, e senza prevalere sulle onde non si può ambire all’egemonia sulle terre. Essendo inabitabile, chi riesce a controllarne i nodi strategici, ossia gli stretti, laddove le acque si restringono e le coste si avvicinano, disegna la supremazia del potere marittimo. Chi controlla i punti di strangolamento, così sono chiamati questi luoghi, può decidere di chiudere o aprire le arterie dell’economia. Chi occupa postazioni determinanti può dissuadere o colpire il nemico. Nell’età del Bronzo, le grandi potenze imperiali cercarono in tutti i modi di amministrare gli approdi in prossimità degli stretti: la città di Troia, la splendida Ugarit, Gibilterra e i canali di collegamento che uniscono il Mediterraneo all’Oceano Indiano. E poi le ferrovie liquide: il Nilo, l’Eufrate, il Tigri, l’Indo. 

Tutte le grandi Civiltà hanno l’acqua come elemento essenziale. Le gerarchie politiche, economiche e militari, ancora oggi, sono segnate dalla supremazia sul mare, la talassocrazia. Ma come si conquistano le onde? Non è sufficiente vincere i duelli nave contro nave, si devono proteggere le coste, tracciare rotte verso zone ricche di materie prime, installare strutture artificiali, conoscere venti e correnti, acquisire capacità tecnologiche, studiare il movimento degli astri. In questo testo è raccontata l’alba della globalizzazione di merci e idee, sono esposte le vicende che coinvolsero i grandi popoli del passato, alla ricerca del governo dei mari. Intorno al 1200 a.C. il mondo si fermò, l'organizzazione politica ed economica, ossia il vecchio "sistema di palazzo", fu annientato dalle imprese di bellicosi popoli che unirono le capacità di navigazione alle tecniche di combattimento, e misero a ferro e fuoco tutte le grandi città marittime dell'epoca.

giovedì 29 agosto 2019

Archeologia della Sardegna. I giganti di Mont ‘e Prama: Pugilatori, arcieri e guerrieri. Riflessioni di Luisanna Usai

Archeologia della Sardegna. I giganti di Mont ‘e Prama: Pugilatori, arcieri e guerrieri.
Riflessioni di Luisanna Usai

Quando nel 1981 furono pubblicati per la prima volta i dati dello scavo effettuato da Carlo Tronchetti nel sito di Mont’e Prama, fu evidenziata soprattutto la presenza di statue in arenaria che riproducevano, in grandezza superiore al vero, due figure: quella del così detto pugilatore, già nota, seppure in soli due esemplari, nella piccola plastica in bronzo di produzione nuragica, e quella del guerriero con arco sulla spalla sinistra, quest’ultima ben rappresentata nella bronzistica. Sulla base dei dati di scavo sono anche state ricostruite graficamente le due figure, poi riprese in diverse pubblicazioni. Il restauro e la verifica di tutti i frammenti restituiti dall’indagine archeologica hanno non solo aumentato il numero delle figure rappresentate, ma anche fornito numerose precisazioni sui particolari evidenziati in ciascun tipo e sulle differenze nelle diverse rappresentazioni dei singoli personaggi pur nell’omogeneità dei tipi fondamentali. Alcune statue sono sufficientemente complete, tanto da far capire facilmente come doveva essere la figura intera al momento della realizzazione. In altri casi è la ripetitività delle immagini che ci aiuta a ricostruire, almeno virtualmente, le statue; in altri casi ancora è la possibile pertinenza dei frammenti non ricomponibili a consentirci di delineare il quadro complessivo. La figura più rappresentata è quella del così detto “pugilatore”, termine già usato da Giovanni Lilliu per definire il personaggio rappresentato su un bronzetto rinvenuto nel territorio di Dorgali. Sono ben sedici le raffigurazioni di “pugilatore”, anche se non tutte in

mercoledì 28 agosto 2019

Archeologia. Nuovo libro sui Popoli del Mare. Un lavoro di Pierluigi Montalbano

Archeologia. Nuovo libro sui Popoli del Mare
di Pierluigi Montalbano

Con immenso piacere comunico a tutti gli amici che è in stampa il mio ultimo lavoro. 
Due anni di ricerche, 160 pagine a colori, tante immagini. Un testo dedicato agli intrepidi naviganti che nell'antichità attraversarono i mari e i fiumi per conoscere nuove terre e nuovi popoli. 
Commercianti, guerrieri, sovrani e artisti intrecciarono le loro vicende e svilupparono tecnologie che spinsero l'umanità verso la prima globalizzazione mondiale. Un viaggio che unisce la Mesopotamia e il Mediterraneo. 
Capone Editore. 
A fine settembre programmero' le presentazioni.

giovedì 22 agosto 2019

Cagliari, una città dalle origini antichissime. Articolo di Pierluigi Montalbano

Cagliari, una città dalle origini antichissime.
Articolo di Pierluigi Montalbano



I primi insediamenti nella zona sud della Sardegna risalgono al VI Millennio a.C. a Capo Sant'Elia, nella Sella del Diavolo ma restringiamo il campo al I Millennio a.C. per ottenere un quadro sintetico delle vicende più significative dello sviluppo urbano della città.
Quando parliamo di golfi con storia millenaria, dobbiamo tenere presente la percezione antica. Oggi abbiamo un occhio diverso, inoltre la linea di costa si è modificata. Ragionare con le tecniche di navigazione attuali ci porterebbe a fare macroscopici errori di valutazione.
I confini medievali del Golfo di Cagliari sono descritti nel più antico portolano conosciuto, il “compasso da navigare” del XIII secolo d.C., e vanno da Capo Carbonara a Capoterra, ma oggi giungono fino a Capo Spartivento. Tolomeo, autore di epoca romana, nella sua “Geografia” pone il Golfo dopo il promontorio di Cagliari, ossia da Capo Sant’Elia a Capo Carbonara. In ogni epoca, dunque, si ha una percezione del golfo differente.
Cagliari si affaccia sul Canale di Sardegna, una sorta di gigantesco fiume che attraversa

martedì 20 agosto 2019

Archeologia, arte, guerra e pace.

Archeologia, arte, guerra e pace.

C'è un tempo per tutto, e nell'arte siamo comete che vagano nell'universo. 
Ciclicamente, quando il creatore illumina gli artisti e l'uomo rinnega le guerre, nasce una corrente che lascia un segno indelebile. 

Poi, inesorabilmente, i vizi prendono il sopravvento, l'intelletto è sopraffatto dalle bassezze umane...e la creatività si spegne e muore. I nostri antichi avi ci osservano e tacciono, nell'attesa di un nostro risveglio, di un'illuminazione capace di invertire la rotta cieca che abbiamo intrapreso.

I Giganti di Mont'e Prama, ammutoliti, ci guardano e, sbarrando gli occhi, non provano tenerezza per la nostra tragedia.

martedì 13 agosto 2019

Storia e archeologia della Sardegna. La Chiesa di Santa Gilla. Articolo di Cinzia Arrais. Redattore Luca Fiscariello.


Storia e archeologia della Sardegna. La Chiesa di Santa Gilla
Articolo di Cinzia Arrais  
Redattore Luca Fiscariello



Sepolta per decenni, sotto una montagna di polvere e documenti, la mappa che indica la chiesa di S. Gilla è finalmente riemersa dal buio dell’oblio.
Tutto ha avuto inizio nel 2015.
Il corso per guide ambientali, da me sostenuto, richiedeva una tesi finale. Il responsabile Roberto Copparoni, a tal scopo, mi ha affidato una ricerca sul villaggio "fantasma" di S. Maria Maddalena, nell’attuale Comune di Capoterra. Era un villaggio medievale, certamente di grande interesse, purtroppo scomparso.
Il materiale bibliografico relativo all’argomento era piuttosto scarno, pertanto la decisione di iscrivermi all'Archivio di Stato di Cagliari e, successivamente, all'Archivio Diocesano è stata una necessaria conseguenza. In questi istituti ho trovato degli atti che indicano l'ubicazione esatta della chiesa di S. Maria Maddalena, che si credeva scomparsa, ma della quale resistono ancora le vestigia nella località di Maramura. In seguito ho rinvenuto anche dei documenti che citano la chiesa di S. Giorgio, costruita, in epoca sabauda, nella zona dell’attuale “Residenza del Sole”. Altri ancora hanno rivelato nuove e importanti notizie sull'antica storia di Giorgino. Infine, come un regalo inatteso, mi sono imbattuta nella mappa che indica la chiesa di S. Gilla. Ho pensato immediatamente fosse un documento di gran valore, in quanto non l’avevo mai visto in

sabato 10 agosto 2019

Conferenza sui Nuraghi. Relatore Pierluigi Montalbano.

Buongiorno, per chi non avesse avuto l'opportunità di partecipare alla conferenza al Nuraghe Nastasi, ho caricato un video youtube con il mio intervento. 
L'oscurità non ha consentito inquadrature del tavolo dei relatori. Buon ascolto e visione. 
Ringrazio tutti i partecipanti alla serata e gli organizzatori della Consulta Giovanile di Tertenia.




giovedì 8 agosto 2019

Archeologia. Chi erano e in quale periodo della storia del Mediterraneo e dell’antico Egitto, appaiono gli Shardana? Riflessioni di Luisanna Usai e Piero Bartoloni

Archeologia. Chi erano e in quale periodo della storia del Mediterraneo e dell’antico Egitto, appaiono gli Shardana?
Riflessioni di Luisanna Usai e Piero Bartoloni

Chi erano, dunque, questi cosiddetti Shardana? Erano veramente provenienti dalla Sardegna e al servizio dei faraoni, come ritengono alcuni, oppure, come ritengono altri, dopo una sosta in Egitto, giunsero nell’isola per dare vita a una nuova civiltà? Oppure, in realtà, non hanno alcun rapporto con la Sardegna e tutto ciò che sappiamo è il frutto di pure coincidenze?Nell’ambito dei cosiddetti "Popoli del Mare" abbiamo visto menzionati più volte come protagonisti gli S˘erden, vocalizzati come Sherdana, Si potrà ritenere che la citazione di questo popolo, nella forma che appare, sia errata, mentre invece la versione corretta è proprio quella di S˘erdana e non

lunedì 5 agosto 2019

Archeologia. La civiltà nuragica, dai nuraghi a Mont’e Prama. Articolo di Alessandro Usai

Archeologia. La civiltà nuragica, dai nuraghi a Mont’e Prama
Articolo di  Alessandro Usai


Quando ai piedi della collina di Mont’e Prama si componevano la necropoli e il complesso di sculture, e nell’intera Sardegna templi e santuari si riempivano di bronzi e di ambre, i nuraghi erano già vecchi. Nuraghi e “tombe dei giganti” da una parte, templi, bronzetti e statue dall’altra sono certamente opera dello stesso popolo, inteso come ceppo etnico radicato in Sardegna già da millenni che sviluppò nel tempo una propria tradizione culturale; non sono però opera della stessa gente, bensì di diverse generazioni portatrici di esigenze materiali, ideali e sociali diverse, pur nella continuità della stessa tradizione culturale. Parlare oggi della civiltà nuragica impone a tutti uno sforzo per liberarla dall’immagine astratta di mitico eden isolano; costringe tutti ad accettare una difficilissima sfida, riportare nel concreto dei tempi, dei luoghi e delle azioni non solo i monumenti e i manufatti ma soprattutto quella umanità che fu protagonista di una singolare esperienza storica, che segnò la

mercoledì 31 luglio 2019

Archeologia in Sardegna. L'edificio sacro di Monte d'Accoddi, una struttura di 5000 anni fa costruita con altari a terrazza. Articolo di Alberto Moravetti

Archeologia in Sardegna. L'edificio sacro di Monte d'Accoddi, una struttura di 5000 anni fa costruita con altari a terrazza. 
Articolo di Alberto Moravetti

Il complesso dell'età del Rame ospitava un santuario e un villaggio che non trova riscontri in Europa e nell’intera area del Mediterraneo. La scoperta di Monte d’Accoddi risale ai primi anni Cinquanta del secolo scorso, quando il professor Antonio Segni, insigne studioso di diritto ma anche appassionato di archeologia, si era persuaso che una misteriosa collinetta che sorgeva in un terreno adiacente a una sua proprietà, a una decina di chilometri da Sassari, altro non fosse che un tumulo etrusco o qualcosa di simile, e per questo ne aveva caldeggiato lo scavo e facilitato il finanziamento. Per realizzare questa impresa occorreva tuttavia un archeologo, cosa non semplice in quegli anni in

domenica 28 luglio 2019

Archeologia. Pozzi Sacri in Sardegna, come erano costruiti? Articolo di Ercole Contu

Archeologia. Pozzi Sacri in Sardegna, come erano costruiti?
Articolo di Ercole Contu



Già dal 1974 mi ero posto il problema della ricostruzione grafica dei pozzi sacri (o "templi a pozzo") della Sardegna nuragica; ma solo nel 1980 avevo tradotto graficamente la mia l'ipotesi in un disegno (fig.l,f) - che per gran parte qui riconfermo nella sua relativa validità - concernente la struttura generale originaria di questa categoria di monumenti. Tutto ciò riguardava anche le fonti sacre, che, per essere l'acqua sorgiva più facilmente accessibile rispetto a quella che viene da falda freatica, e perciò necessitando - quand'anche essa ci sia - di una scala molto breve, risultano essere, per dir così, dei pozzi sacri in miniatura. Nella mia ricostruzione grafica, sia passata sia presente, del pozzo sacro di Santa Vittoria di Serri-NU (figg. 1,f; 2,b ) mi sono limitato agli elementi principali dell'architettura, trascurando persino, volutamente, sia il recinto o temenos ellittico che racchiude l'edificio - data la sua modesta rilevanza architettonica e perché deve trattarsi di un'aggiunta successiva, piuttosto recente - sia il problema della sistemazione originaria di altri elementi non direttamente riferibili all'edificio: quali i betili-torre, o modellini in

venerdì 26 luglio 2019

Archeologia. Il problema degli Shardana. Riflessioni di Ercole Contu.

Archeologia. Il problema degli Shardana 
Riflessioni di Ercole Contu.


«La questione, che tocca vari aspetti dei problemi sin qui trattati ed altri specifici ne include, è stata ripresa di recente, con una certa attenzione, in alcuni articoli su un giornale, dal linguista Massimo Pittau e dallo storico  Giovanni Dejana. In essi si avanza di nuovo la domanda se i Shardana (Shrdn) debbano essere identificati o no con i Sardi Nuragici; domanda alla quale io ritengo che debba essere data risposta negativa. 
Infatti, nonostante l'entusiasmo e i buoni propositi che manifesta, mi ha lasciato del tutto indifferente il volume di Leonardo Melis, su questo specifico argomento; nonché quello, già di livello più elevato ma pur sempre giornalistico e più documentato (ma con bibliografia insufficiente) di S. FRAU sulle
 Colonne d'Ercole. 

E altrettanto dico del più recente volume di un vero archeologo come Giovanni Ugas. Conclusioni negative che avevo già espresso in un congresso della Tafts University- Medford-Boston, pubblicato nel 1998.  Ora è

mercoledì 24 luglio 2019

Archeologia. Fonni: i misteri di Gremanu. Articolo di Gustavo Bernardino

Archeologia. Fonni: i misteri di Gremanu
Articolo di Gustavo Bernardino


L'ultimo articolo di Pierluigi Montalbano, apparso il 23 luglio 2019 sulla rivista Honebu, consente di fare una ulteriore riflessione in merito al sito archeologico di Gremanu.
Questo luogo magico e misterioso che si trova vicino a Fonni custodisce nel suo ventre antiche e arcane costruzioni cultuali, all'interno delle quali si svolgevano riti probabilmente legati alla ierogamia o prostituzione sacra. Qui, forse, giocavano un ruolo fondamentale, le maschere de sos Boes e sos Merdùles oggi usate (a Ottana) come elementi caratteristici del folclore sardo capaci di catturare l'interesse del turista. Maschere che purtroppo sono cariche d’incrostazioni deformanti che col tempo hanno modificato il probabile originale significato di natura religiosa. Quindi forse è più realistico pensare ad un loro uso cerimoniale in cui l'uomo, mascherato da animale (Merdùle) ritenuto sacro (lo dimostrerebbe il simbolo ancora in uso presente nelle maschere che rappresenta il dio-creatore Šamaš “dio del sole” dei Sumero/accadici) mentre pascolava la mandria de (sos Boes), si accoppiava con la vedova (donna vestita di nero chiamata Filonzana) la quale aveva

martedì 23 luglio 2019

Archeologia. Tomba di Giganti Madau a Fonni. Una particolarità archeologica che scatena la curiosità: c'è un guerriero simile ai giganti di Mont'e Prama impresso sullo sfondo o è un effetto ottico? Articolo di Pierluigi Montalbano

Archeologia. Tomba di Giganti Madau a Fonni. Una particolarità archeologica che scatena la curiosità: c'è un guerriero simile ai giganti di Mont'e Prama impresso sullo sfondo o è un effetto ottico?
Articolo di Pierluigi Montalbano


Qualche giorno fa, in occasione del solstizio d’estate, ho accompagnato un gruppo di escursionisti in una visita guidata nel territorio di Fonni. Mete obbligate sono state le Tombe di Giganti Madau e il santuario fertilistico nuragico di Gremanu. Vorrei soffermarmi sulle 4 sepolture monumentali, realizzate con una perfezione tale da suscitare fra i partecipanti una serie di riflessioni, fra le quali la più gettonate è stata: “Le pietre sono lavorate una ad una?”. Ebbene sì, un lavoro certosino che certamente ha coinvolto i migliori specialisti dell’arte scultorea isolana di

lunedì 15 luglio 2019

Archeologia. In Sardegna, 4000 anni fa, coibentavano le capanne dei villaggi e conficcavano spade nella roccia. Articolo di Pierluigi Montalbano

Archeologia. In Sardegna, 4000 anni fa, coibentavano le capanne dei villaggi e conficcavano spade nella roccia. 
Articolo di Pierluigi Montalbano


Nel territorio di Teti, un piccolo centro della Barbagia, oltre ai tanti bronzetti d’inestimabile valore trovati verso la metà dell’Ottocento e oggi esposti al Museo di Cagliari, sono stati individuati diversi menhir protoantropomorfi in granito, asce in pietra, cuspidi di freccia in ossidiana, grattatoi, raschiatoi e schegge di lavorazione del Neolitico. Un reperto particolare è una statuetta femminile rossiccia ben levigata, in roccia vulcanica, con forma di Dea Madre obesa, probabile rappresentazione di donna in gravidanza avanzata. Molti oggetti provengono dai