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lunedì 21 maggio 2018

Archeologia. Novità sulla carta di Jacopo Maggiolo conservata alla Biblioteca Universitaria Settecentesca di Cagliari. Riflessioni di Rolando Berretta.


Archeologia. Novità sulla carta di Jacopo Maggiolo conservata alla Biblioteca Universitaria Settecentesca di Cagliari.
Riflessioni di Rolando Berretta.

Accertato che a Cagliari abbiamo una copia della carta di Jacopo Maggiolo (1561) mentre l’originale si trova a Roma nella Biblioteca Centrale Nazionale, come abbiamo riferito nell’articolo pubblicato su questo quotidiano in data 07 Maggio 2018 a titolo “I Maggiolo, cartografi genovesi


… resta da capire il perché dell’orientamento “a specchio” della carta conservata al Museo Correr di Venezia. Carta datata nella metà del 1500.
A questo punto sono partiti una serie di controlli sulle riproduzioni del Mediterraneo dei Maggiolo.
Tra le tante opere di Vesconte Maggiolo esiste una carta che riporta l’esplorazione di Giovanni da
Verrazzano del 1524.

Cosa c’entra il Mare Indicum (Oceano Pacifico)?
Scrive testuale Giovanni da Verrazzano:
…Battezzammo con il nome di Annunziata, perché ricorreva la festa dell’Annunciazione, la località dove si trova un istmo largo un miglio e lungo circa duecento in cui, stando sulla nave, si poteva scorgere il mare orientale a metà strada tra occidente e settentrione (direzione nord/ovest) che sicuramente è quello che bagna le estremità dell’India, della Cina e del Catai….
Il Viaggio era iniziato il 17 gennaio del 1524 e la relazione al re di Francia, Francesco I, fu inviata da Dieppe il giorno 8 luglio del 1524. Cosa c’entrano i Maggiolo, e la loro carta, con i Verrazzano?
Recita la Treccani:
di Antonello Pizzaleo - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 67 (2006)
…Durante la permanenza a Napoli, dove esercitava la sua arte come maestro privato, il M. acquisì notorietà e prestigio notevoli: il suo nome doveva essere ben noto anche a Genova, quando, nel 1518, il doge Ottaviano Fregoso lo invitò a far ritorno nella sua città natale per assumere l'incarico di magister cartarum pro navigando della Repubblica con uno stipendio annuo di 100 lire e l'obbligo di risiedere nello Stato genovese. Ben presto, le condizioni di lavoro, inadeguate alle aspettative maturate con il trasferimento, e le difficoltà burocratiche, connesse alla riscossione dello stipendio, risultarono tanto gravose che il M., in una supplica del 1523 al doge e al Consiglio degli anziani, chiese licenza di allontanarsi da Genova. Nell'esposto lamentava i danni patiti dalla sua attività e dai suoi beni durante il saccheggio di Genova del 1522 a opera delle truppe imperiali, danni ai quali si aggiungeva l'onere di provvedere al sostentamento della famiglia del fratello scomparso. Con decreto del doge Antoniotto Adorno gli furono negati sia il permesso di allontanarsi dal territorio della Repubblica sia l'iscrizione del suo stipendio nel bilancio ordinario dello Stato; in compenso gli veniva assicurato il pagamento dello stipendio vita natural durante. Nel 1529 il Senato gli riconosceva, inoltre, la facoltà di trasmettere il suo privilegio a uno dei figli: Giovanni Antonio - da almeno quattro anni associato alla responsabilità della redazione delle carte - o Giacomo (altrimenti citato anche come Iacopo).
Qualche rampollo di Vesconte Maggiolo viaggiò con i Verrazzano?
E quel Mare Indicum?
A questo punto ho fatto una verifica con la carta di Girolamo da Verrazzano, fratello e cartografo di Giovanni. (nella Biblioteca Vaticana).

 Tutto qui. (Per ora!)

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