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giovedì 30 luglio 2015

Archeologia. Fenici a Malta

Archeologia. Fenici a Malta

L’iniziale frequentazione fenicia dell’isola di Malta, collocabile fra la fine dell’VIII e gli inizi del VII sec. a.C., si lega alla funzione strategica che essa era in grado di svolgere nel controllo delle rotte verso il Canale di Sicilia. Come per Mozia in Sicilia, quindi, la presenza di elementi orientali in questo settore del Mediterraneo nasce dalla necessità di ovviare alla chiusura dello Stretto di Messina alla marineria fenicia attuata dai greci dell’isola Eubea dopo la fondazione delle colonie di Reggio e Zankle. In principio lo stanziamento di Fenici a Malta deve essersi basato sulla pacifica convivenza con le popolazioni locali insediate nei villaggi posti all’interno dell’isola. Fra questi particolare importanza assume il centro di Mdina-Rabat: la scelta di tale insediamento si deve alla sua posizione dominante sul territorio circostante e al fatto che il luogo si presenta ricco di sorgenti di acqua potabile, che scarseggiano invece nel resto dell’isola. Le tracce visibili si riferiscono a contesti tombali della prima metà del VII sec. a.C. dislocati in prossimità dell’abitato, di cui si ricordano in particolare quelli di Mtarfa e di Ghajn Qajjet per la ricchezza dei corredi e per la presenza di ceramica greca. 

L’insediamento di Mdina-Rabat risulta comunque lontano dalla costa e a oltre 12 km dal più sicuro approdo dell’isola collocato nella baia di Marsaxlokk. Qui i Fenici stabilirono uno stanziamento stagionale in funzione solo nei mesi compresi fra maggio e ottobre, quando Malta diveniva la meta obbligata delle imbarcazioni che dovevano raggiungere Cartagine e l’estremo Occidente mediterraneo. In posizione dominante sulla Baia di Marsaxlokk si colloca il santuario extraurbano di Tas Silg, che attesta l’utilizzo da parte dei Fenici di un’area sacra frequentata in precedenza dalle genti locali. Questo santuario megalitico, infatti, ebbe una vita molto lunga: fondato nel periodo Tarxien (prima metà del III millennio a.C.), fu frequentato in modo discontinuo sino all’età bizantina. Si nota la persistenza del culto che si riferisce sempre a una divinità femminile: alla Dea Madre preistorica si sostituiscono in progresso di tempo l’Astarte fenicia, la Giunone romana e, da ultimo, la Madonna delle Nevi. Con l’interruzione dei contatti fra mondo coloniale e madrepatria fenicia, causata dalla crisi del regno di Tiro inglobato all’interno dell’impero assiro, la funzione di Malta venne progressivamente meno. L’isola non sembra rientrare neppure nelle mire espansionistiche di Cartagine, rimanendo relegata in una posizione periferica, al di fuori dei principali circuiti commerciali e delle aree di maggiore interesse strategico. A seguito di tali cambiamenti la componente fenicia di Malta iniziò un’occupazione sistematica delle campagne, indirizzando le proprie attività piuttosto verso lo sfruttamento delle risorse agricole, con particolare attenzione alla coltivazione della vite e dell’olivo. Furono quindi fondati insediamenti rurali come quelli presso San Paolo Milqi e Ras ir-Raheb.   

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