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sabato 20 aprile 2013

Creta, età del Bronzo: Nuova vita per Eleutherna

Creta: Nuova vita per Eleutherna


Il museo del sito archeologico di Eleutherna, nella prefettura di Rethymno, a Creta, sarà pronto a ricevere i primi visitatori nel 2015. Si sta ultimando, infatti, la sua costruzione. A tutt'oggi sono pronti il seminterrato e il primo piano.
Con la previsione di apertura è stato anche approvato un piano di scavo (2013-2015) che vedrà impegnato il Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti dell'Università di Creta, presente sul sito dal 1985. Le indagini scientifiche coinvolgeranno il professor Nicholas Stampolidis, docente di Archeologia Classica e la dottoressa Christina Tsigonaki, che si occupa di archeologia bizantina. Gli scavi mirano a rivelare la fase ellenistica e romana della città e a individuare la reale ampiezza della necropoli geometrico-arcaica di Orthi Petra.
Gli scavi di Eleutherna hanno permesso di recuperare reperti eccellenti appartenenti a diverse fasi cronologiche, come case e strade lastricate, santuari, una grande cava di calcare, iscrizioni, sculture, oggetti e vasi in vetro e metallo, statuine e oggetti in avorio.



I reperti più importanti provengono dalla necropoli di Orthi Petra. Si tratta di gioielli in oro e resti di lamine del prezioso metallo applicate sui vestiti che indossavano le donne qui sepolte tra il 750 e il 650 a.C.. Inoltre una recente ricerca ha dimostrato che tutte le donne seppellite a Orthi Petra erano in una qualche relazione di parentela di sangue tra di loro: erano madri, nonne, zie, figlie. Rimane un mistero il loro status sociale e la loro identità. Molte di queste donne sono state sepolte entro dei pithoi, dei grandi vasi, che ricordavano la funzione essenziale della donna, quella di gestire l'economia della casa, i beni, le ricchezze, gli animali. Il pithos, in questo caso, rappresentava la sicurezza durante il passaggio a uno status diverso.
Nel 1990 sono stati scoperti i resti cremati di più di 100 guerrieri di stirpe aristocratica. Purtroppo non è stato possibile estrarre, dai resti, materiale utile per l'analisi del Dna. A Eleutherna nacquero il poeta Lino, il filosofoDiogene, il poeta tragico Ametor e lo scultore Timochares.
Il nome la città lo mutuò da uno dei Cureti, legati alla mitologia dello Zeus cretese. La città, infatti, presenta una continuità di occupazione sin dall'età protominoica. Il primo scavo vi fu condotto nel 1929dalla Scuola Britannica di Atene che non sortì risultati interessanti malgrado i rinvenimenti di statue, elementi architettonici, iscrizioni e ceramica. Nel 1985 inizia lo scavo guidato dal Dipartimento di Archeologia e Storia dell'Arte dell'Università di Creta.


Eleutherna fu fondata dai Dori nel IX a.C., al crocevia tra Kydonia, Knossos e il santuario del Monte Ida. Si schierò al fianco di Filippo V di Macedonia contro Rodi e Cnossos. Quinto Cecilio Metello, nel 68-67 a.C., conquistò l'isola di Creta e trovò la città di Eleutherna estremamente florida ed attiva. La popolazione continuò ad aumentare anche durante l'età imperiale fino a quando un terremoto devastò Creta nel 365 d.C. In epoca bizantina fu sede vescovile e vi venne costruita una basilica (VII secolo a.C.). In quest'ultima fu ritrovata una scritta dedicatoria in cui è citato il committente, il vescovo di Eleutherna Eufratas, che partecipò al IV Sinodo di Calcedonia nel 451.
Nel corso dell'VIII d.C. Eleutherna subì un tentativo di invasione da parte degli Arabi, ma riuscì a resistere fino ad una nuova incursione avvenuta ai tempi di Harun el-Rashid (768-809). La città venne definitivamente abbandonata dopo il 787 e fu nuovamente devastata da un terremoto nel 796.
La parte orientale della collina di Eleutherna fu scelta come luogo per la costruzione di dimore aristocratiche, di cui sono stati ritrovati due esemplari e le grandi termetra il 1985 e il 2003. Una delle case ha tutte le caratteristiche di una dimora patrizia romana, munita di cisterna nella quale erano convogliate le acque piovane. Della villa sono state ritrovate, in frammenti, delle lastre di rivestimento e anfore vinarie locali del IV secolo, monete, tessere vitree colorate e molti frammenti di stucco colorato appartenenti a rivestimenti parietali.

Fonte: Le Nebbie del Tempo

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