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sabato 9 marzo 2013

Bronze Age. Turchia. Il relitto di Uluburun

Relitto di Ulu Burun
di Pierluigi Montalbano


Nel 1982 il pescatore di spugne Mehemet Cakir scopre a Uluburun, a 8,5 km a Sud Est di Kas nel sud della Turchia, il relitto di una nave dell’età del bronzo. L'Istituto di Archeologia della nautica (INA) nella campagna di scavo tra il 1984 e il 1994 ha portato alla luce uno dei più ricchi assemblaggi di oggetti del Bronzo Tardo trovati nel Mediterraneo. Il natante giace su un ripido pendio roccioso a una profondità di circa 50 metri. La datazione dendrocronologia di un piccolo pezzo di legna suggerì il 1350 a.C. per il naufragio della nave, il periodo di Amenophe IV, Akenaton.
Il carico della nave è costituito da:
. dieci tonnellate di rame in 354 panelle
. quattro tonnellate di lingotti in rame ox-hide
. una tonnellata di stagno proveniente da Bretagna e Cornovaglia
. 120 lingotti discoidali a panelle
. una tonnellata di resina di terebinto stivata in 150 vasi cananei
. 175 lingotti di vetro blu, di forma discoidale (della costa siro-palestinese)
. tronchi di ebano egiziano (Dalbergia melanoxylon)
. tre uova di struzzo (contenitori di liquidi)
. alcune zanne di elefante e una dozzina di denti di ippopotamo
. opercula da Murex Seashells (un ingrediente per ottenere l’incenso)
. vari gusci di tartarughe carapaces (sound-box per strumenti musicali a corda)
. nove grandi vasi ciprioti finewares, contenenti tracce di melograni e olio d'oliva
. quattro bicchieri artigianali raffiguranti teste di arieti e, in un caso, una donna
. brocche e calderoni in bronzo e rame
. gioielli cananei, inclusi bracciali e collane d'oro
. rottami di oro e argento
. sigilli Siriani, Assiri, Cassiti e Sumeri.
. oggetti d'oro egiziano, electrum, argento e pietre preziose
. uno scarabeo in oro con il cartiglio della regina egizia Nefertiti
. migliaia di perline di vetro, agata, corniola, quarzo e ambra del Baltico
. due contenitori d’avorio per cosmetici a forma di anatre
. una tromba scolpita da un corno d’ariete
. un dente di ippopotamo
. utensili in bronzo: trapani, scalpelli, assi e una sega
. frecce, pugnali, spade in bronzo e asce in pietra
. piombo e una linea di aghi per la riparazione di reti
. un arpione e un tridente in bronzo indicativi di una pesca dalla nave
. due tavole in legno di ebano per scrivere (dittici), ciascuna costituita da una coppia di foglie e una cerniera d'avorio. Sono incassate per contenere delle superfici di cera per gli scritti.
. una statuetta del Dio Bes in bronzo rivestita in oro (siro-palestinese), forse la divinità che proteggeva la nave. Bes era un Dio benefico dell’Antico Egitto che si diffuse poi nel Mediterraneo. Divinità della gioia, della musica e della danza, allontanava dalla casa i malfattori e i geni malefici, grottesco ma non mostruoso.

La maggior parte dei beni personali e degli oggetti di bordo, come strumenti, ancore e lampade a olio, indica che parte dell’equipaggio era formato da cananei e ciprioti. Tuttavia si nota anche la presenza di alcuni reperti micenei: un paio di sigilli, tre spade, due pettorali con perline di vetro, coltelli curvi, rasoi, scalpelli, sfere in ambra di tipo miceneo, una trentina di pezzi di ceramica fine, una spilla di bronzo e uno scettro cerimoniale con testa in pietra, simile a uno in bronzo trovato in Romania.
Questi manufatti suggeriscono i collegamenti tra l’equipaggio e le terre di tutto il Mediterraneo e dell’Europa. Il grande numero di strumenti musicali trovati a bordo indica che, verosimilmente, si svolgevano danze rituali in onore della Dea. Le armi indicano che l’equipaggio era pronto a qualunque tipo di attacco. Probabilmente la nave salpò da Micene dopo aver caricato metalli e altre merci provenienti dall’Occidente mediterraneo. L’ambra trovata nel relitto proveniva dal Baltico lungo le rotte fluviali del centro Europa. È rilevante l’abbinamento fra percentuali 10:1 di rame-stagno (la proporzione utilizzata per ottenere il bronzo) e la presenza della resina di terebinto, utilizzabile per il metodo della fusione a cera persa.
La nave aveva a bordo dei passeggeri importanti, forse ambasciatori dei Popoli del Mare che si recavano in Egitto, alla corte di Amenophe IV e di Nefertiti per rafforzare i legami commerciali.
Akenaton, che si chiamava Amenophe IV ed era figlio di Amenophe III, fu il primo eretico della storia. Abolì il culto di tutti gli dei in favore dell'unico dio Aton, rappresentato dal disco solare con i raggi che terminano con delle manine per dare la vita. Dedicò un tempio ad Aton a Karnak (i sacerdoti di Amon glielo permisero perché pensavano che Aton fosse una forma del dio Amon) ma quando capirono che Aton era un dio diverso, che non era mai rappresentato in forma umana, tramarono contro Akenaton che scappò a Tell-el-Amarna a 260 km a sud del Cairo. L'antica religione fu poi restaurata da Tut ank Aton che divenne Tut ank Amon.

6 commenti:

  1. George Bass (http://www.scribd.com/doc/53923310/Uluburun-Bass-AJA-1986) non ha mai ricevuto piena soddisfazione dal mondo accademico. Le cifre che egli riportò dal suo scavo sottomarino sono un po' differenti da quelle che citi (11 tonnellate di metallo in tutto).
    Lo rilevo perché mi sta a cuore un punto molto importante.
    Proprio dalla composizione del carico, si deduce quale fosse - nel bronzo tardo - la ricetta correntemente più in voga in tutto il Mediterraneo per fare il bronzo: 1 parte di stagno e 10 di rame. Proprio come i bronzetti sardi, anch'essi d'origine 'cipria' (cosa che alcuni falsari non sapevano, evidentemente, fino a - o pezzi di bronzo bruto -completamente differenti!). Il carico di Kas è stato a lungo studiato ed ha proposto qualche soluzione e molte domande affascinanti.
    Bell'articolo.

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  2. Chiedo scusa.
    Manca una parte della frase: fino a "poco tempo fa, quando hanno sfrontatamente presentato per veri bronzetti" - o pezzi di bronzo bruto -...

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  3. Io vorrei aggiungere che il ritrovamento e il successivo studio dell'imbarcazione di Ulu Burum ha permesso di approfondire le conoscenze sull'architettura navale e riconoscendo in essa un gaulos cananeo. A questo proposito si può approfondire l'argomento nell'articolo del Dott. Victor M. Guerrero Ayuso, "Los mercantes fenicio-púnicos en la documentación literaria, iconográfica y arqueológica", en Treballs del Museu Arqueologic d'Eivissa e Formentera = Trabajos del Museo Arqueologico de Ibiza y Formentera, ISSN 1130-8095, Nº 41, 1998, págs. 61-103, in cui inoltre confronta questo relitto e altri dell'ambito fenicio con l'iconografia e le fonti letterarie

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  4. Grazie mille anche a te Claudia. La navigazione antica nasconde ancora tante sorprese ed è, a mio parere, un efficace punto di vista per capire meglio gli eventi del II millennio a.C.

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  5. Mi inserisco in questo contesto che é stato per me una interessantissima scoperta, per avere l'opportunità di ringraziare Pierluigi per la sua incredibile opera di divulgazione. È possibile avere una mail con la quale corrispondere?

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