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mercoledì 15 agosto 2012

Domus de Janas - Sa Pala Larga

Sa Pala Larga
di Paola Arosio e Diego Meozzi
Stone Pages


La Sardegna è un'isola italiana nota tra gli archeologi soprattutto per i suoi nuraghes - antiche torri che ricordano in qualche modo i broch scozzesi, ma più numerose ed elaborate. Sull'isola si possono trovare molte altre antiche meraviglie: dalle cosiddette "tombe di giganti" alle "domus de janas" (case delle fate - tombe scavate nella roccia) come ai pozzi sacri preistorici. La Sardegna è quindi una regione veramente incredibile per qualunque appassionato di monumenti antichi. Ma alcuni dei suoi esempi più eccezionali potrebbero rimanere nascosti per secoli dopo essere stati scoperti e scavati [dagli archeologi]. Come vi raccontiamo in questa storia.

All'inizio di aprile abbiamo fatto un giro archeologico in Sardegna e una sera ci siamo trovati a soggiornare nell'agriturismo Sas Abbilas, in una meravigliosa valletta isolata nei pressi di Bonorva (Sassari) e di un sito archeologico importante, Sant'Andrea Priu. Il proprietario, Antonello Porcu, ci ha mostrato delle splendide immagini che ritraggono spirali rosse da 70cm dipinte sulle pareti di una cella laterale di una tomba preistorica che è stata oggetto di scavo un anno e mezzo fa. E ci ha raccontato la storia della cosiddetta "tomba della scacchiera".
I terreni del signor Porcu sono situati a fianco di una zona denominata Tenuta Mariani dove già nel 2002 era stata identificata una necropoli preistorica. Nel 2007 il Comune di Bonorva ottiene un finanziamento per effettuare un censimento dei siti archeologici dell'area e la cooperativa che ha l'appalto si avvale della competenza dell'archeologo Francesco Sartor per la Sovrintendenza archeologica di Nuoro e Sassari. Dopo la prima fase di censimento, l'anno successivo è la volta di una campagna di ricerca e scavo, sempre guidata da Francesco Sartor. Diverse settimane dopo l'inizio dei nuovi lavori, l'archeologo dichiara di non avere trovato ancora nulla, ma il signor Porcu nota che per diversi giorni di seguito gli scavatori scendono dalla collina ricoperti di polvere di roccia. Allora il fratello del signor Porcu si rivolge direttamente in sardo (com’è noto una lingua molto diversa dall'italiano) agli scavatori, chiedendo: "La scrofa ha fatto i maialetti?" Al che loro rispondono (sempre in sardo): "Sì, e dovresti vedere quanti, e che belli!" Questa è la prova che qualcosa di importante era stato trovato sulle colline di Mariani.

Dopo qualche giorno, il signor Porcu e il fratello si recano sul posto e trovano, al di sotto di un telone di protezione sistemato dagli scavatori, un dromos con un prospetto architettonico scavato nella roccia che conduce ad una grande tomba con tre celle laterali. La tomba è decorata con disegni d'ocra rossa brillante, con protomi taurine scolpite nel lato maggiore della camera principale e con un tetto alto circa 1,70m scolpito come se fosse composto da assi in legno, dipinte alternativamente in blu scuro e bianco. Ma l'elmento visuale più eccezionale della tomba è una serie di grandi spirali rosse dipinte in una cella laterale: un totale di sette spirali, molte delle quali interconnesse tra loro. La qualità delle antiche pitture è straordinaria, e su una volta è dipinta anche una figura geometrica rarissima nelle tombe sarde: un motivo a scacchiera bianca e nera - qualcosa probabilmente di unico in un sito apparentemente databile al Neolitico recente e riferibile alla cultura di San Michele di Ozieri (3800 a.C. – 2900 a.C.).
Dopo la sua visita alla tomba, il signor Porcu si reca dal sindaco di Bonorva, informandolo della straordinaria scoperta effettuata sul loro territorio. Il sindaco, stupito, dichiara di non essere stato informato dall'archeologo della scoperta, né di avere ricevuto comunicazioni ufficiali dalla Sovrintendenza.

La fine di questa storia? Dopo circa 4 mesi di scavi la Sovrintendenza decide di sistemare un enorme blocco di pietra di fronte all'unico ingresso della tomba; si fa quindi una colata di cemento e si ricopre l'intera zona con uno spesso strato di terra, sigillando nuovamente il sito, probabilmente per sempre. Ciò viene fatto per "preservare la tomba da eventuali saccheggiatori". E la tomba e il suo prezioso contenuto, così scompaiono. Una sorte condivisa anche da altre tombe dell'area, tra cui quella denominata "Sa Pala Larga" nella quale è stata trovata un'incredibile protome taurina scolpita e una serie di spirali a creare una sorta di "albero della vita".
Il sindaco di Bonorva, Mimmino Deriu, da noi intervistato, ha dichiarato che, nonostante la cronica mancanza di fondi, crede nel grande valore del patrimonio archeologico dell'area e si sta impegnando a valorizzarlo, in particolare con la riapertura del locale Museo archeologico situato in un ex convento e con il recentissimo accordo (del 7 aprile scorso) con l'Ente Forestale per la gestione tecnico-economica di tutela, conservazione e valorizzazione, anche ai fini turistici, proprio della Tenuta Mariani, dove si trova la necropoli sigillata.
Abbiamo anche contattato Luisanna Usai, archeologa della Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro e responsabile dell'area di Bonorva, per sapere se c'è un progetto di riapertura della tomba e la possibilità di rendere visitabile la necropoli. L'archeologa ha esposto molto chiaramente il proprio punto di vista sulla questione: "Non voglio che si parli di questa cosa, non mi interessa che si sappia. Noi della Soprintendenza siamo chiamati soprattutto alla tutela dei siti: le pitture sono labili e quindi la tomba rimane chiusa". E ha concluso affermando che "Il canale per far conoscere questo tipo di scoperte lo scegliamo noi della Soprintendenza".
Ora, fermo restando che siamo pienamente d'accordo sull'assoluta necessità di preservare la tomba dalle mani di saccheggiatori e tombaroli, la sua chiusura ci sembra abbia un senso solo in una prospettiva a breve termine. Anche perché testimonianze locali affermano come altre tombe sigillate nella zona - tra cui la già citata Sa Pala Larga - stiano soffrendo di pesanti infiltrazioni d'acqua che ne compromettono le pitture: il rimedio sembra quindi avere un effetto opposto a quanto auspicato.
Confermando il nostro rispetto per la Soprintendenza e i suoi archeologi, a partire da Luisanna Usai, che sappiamo essere un'ottima e capace professionista, non siamo tuttavia d'accordo né con i metodi applicati né con questo atteggiamento di chiusura: se si chiamano 'beni culturali' è evidente che siano un patrimonio nazionale, di tutti. La tutela è una cosa, l'occultamento a tempo indefinito - per quanto motivato da princìpi di preservazione - e' un'altra.
George Nash, archeologo del Dipartimento di Archeologia ed Antropologia dell’Università di Bristol ed esperto mondiale di arte preistorica, da noi contattato ha commentato: "Lo straordinario stato di conservazione di questo esempio di arte preistorica è paragonabile per importanza alle immagini dipinte all’interno della camera dell’Oracolo dell’ipogeo di Hal-Saflieni a Malta. Questa scoperta è di importanza internazionale e dovrebbe essere condivisa tra i ricercatori di arte preistorica. L’aver sigillato il monumento rappresenta un crimine contro la comprensione delle vere origini del Neolitico dell’Europa meridionale".
Ci chiediamo quanti monumenti eccezionali siano stati trovati, scavati e sigillati nuovamente negli anni da parte degli archeologi in Sardegna, senza che nessuno - tranne pochi addetti ai lavori - ne venisse a conoscenza. Per diffondere la consapevolezza dell'esistenza di questo posto veramente speciale, ci auguriamo che lettere e messaggi inviati direttamente al sovrintendente archeologico di Sassari e Nuoro possano convincere la Soprintendenza ad adoperarsi per l'apertura al pubblico della necropoli dell'area Mariani, in modo da condividere la sua straordinaria bellezza con il resto del mondo.

Immagini: http://www.stonepages.com/scacchiera/

10 commenti:

  1. Leggo spesso questo blog ma non ho mai commentato niente. Oggi, davanti all'ennesimo "scempio", mi sento di dire solo che anche la Sardegna è in Italia... Sono veramente cose incredibili, se in Francia avessero delle tombe così ci costruirebbero attorno un percorso e certamente lo renderebbero fruibil perché così deve essere...

    un saluto Pysahmk

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  2. non credere tutto quello che scrivono gli amatori di stonepages o un professore inglese con una forte tendenza all'autoincensamento.

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  3. Qual è, allora, il tuo parere? Aiutaci a capire.

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    1. Il mio parere? Che sia molto più rimunerativo di leggere le informazioni di prima mano:

      http://www.carlodelfinoeditore.it/scheda.aspx?id=621

      In questo primo volume di Erentzias si trova anche un'articolo degli archeologi Luisanna Usai e Francesco Sartor che venivano diffamati dagli amatori di StonePages e da quel "collega" fanfarone inglese. Nota bene: La calunnia si fa ben presto, sebbene almeno di un "esperto mondiale" si potrebbe aspettarsi la minima conoscenza (a tacere dell'intendimento) del concetto latino AUDIATUR ET ALTERA PARS. Per un lavoro scientifico, purtroppo, ci vuole un bel po' di tempo :-)

      L'articolo di 26 pagine (http://www.cca-roma.org/sites/cca-roma.org/files/Estratto.pdf) comprende anche un breve saggio di Andreina Costanzi Cobau del Centro di Conservazione Archeologica a Roma sui problemi di conservazione, del microclima, degli attacchi microbici e sulle prospettive e sui provvedimenti da prendere prima di poter consentire in futuro una visita parziale della tomba.







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  4. Molto bene, ora abbiamo le due campane. Auspico che in futuro accada più spesso, onde evitare che facili strumentalizzazioni prendano piede in ambiti popolari.

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  5. Sono stato sul posto solo pochi giorni fa in escursione e non posso che notare, con tristezza, la differenza tra quanto scritto nell'articolo linkato e la realtà dei fatti visibile nel seguente link:
    http://notizie.tiscali.it/regioni/sardegna/articoli/14/03/24/sa-pala-larga-degrado-nelle-tombe.html
    come è palese la protezione in cemento e geotessuto all'ingresso di alcune domus è crollata (vandali? cause naturali?) e l'acqua piovana ristagna all'interno; inoltre la recinzione è divelta in più punti.
    Spero che si possano porre in essere quegli interventi di conservazione e valorizzazione che l'articolo auspicava al più presto per preservare questo patrimonio.
    Paolo Marras.

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  6. Penso che Sa Pala Larga non sia quella del link http://notizie.tiscali.it/regioni/sardegna/articoli/14/03/24/sa-pala-larga-degrado-nelle-tombe.html

    Se lo fosse...sarebbe un guaio irreversibile.

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  7. Ci aggiungo due foto fatte personalmente:

    https://lh3.googleusercontent.com/-2m06UxWJM8E/Uy9h8GT991I/AAAAAAAANhA/V3FmNIN9qrs/w1004-h563-no/IMG_0178.JPG

    https://lh3.googleusercontent.com/-PHx3lg7-NuY/Uy9hsBrJfAI/AAAAAAAANgg/11YHl9xA-Ac/w1004-h563-no/IMG_0176.JPG

    Giudica tu stesso

    Paolo Marras

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  8. Ma all'interno i colori sono ancora quelli delle foto di Antonello? Sapevo che l'avevano murata con il cemento per evitare il degrado dovuto ai fattori ambientali.

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  9. Le foto che linko non sono mie, ma dell'amico che ha proposto l'escursione e effettuato la segnalazione all'associazione Nurnet:

    https://onedrive.live.com/?cid=ab4fb4176770a454&sc=photos#cid=AB4FB4176770A454&id=AB4FB4176770A454%2116557&sc=photos&v=3

    https://onedrive.live.com/?cid=ab4fb4176770a454&sc=photos#cid=AB4FB4176770A454&id=AB4FB4176770A454%2116511&sc=photos&v=3

    https://onedrive.live.com/?cid=ab4fb4176770a454&sc=photos#cid=AB4FB4176770A454&id=AB4FB4176770A454%2116512&sc=photos&v=3

    Paolo Marras

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