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venerdì 10 febbraio 2012

Restituiti dagli USA straordinari reperti archeologici




Restituiti dagli Usa eccezionali reperti archeologici

Le indagini condotte dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale hanno portato al rimpatrio di alcuni straordinari reperti archeologici appartenenti al patrimonio culturale italiano. Erano stati scavati illegalmente in comprensori italiani e il loro valore commerciale complessivo è stimato in circa 2 milioni di euro.



Tra le opere recuperate, vi sono due statue: una è del II sec. d.C. e raffigura la Dea Fortuna. Era stata rubata a Fiumicino nella palazzina ex Opera Nazionale Combattenti il 4 ottobre 1986. L’altra è una statua femminile panneggiata di divinità risalente al I sec. d.C. ed era stata scavata nel Lazio e poi esportata illecitamente all’estero, finendo oggetto di indagini nel contesto del procedimento penale a carico del noto trafficante internazionale Giacomo Medici.

Le due statue sono state restituite spontaneamente all’Italia, in quanto di provenienza illecita, sulla base delle prove fornite alla società statunitense Humana Inc., che le aveva acquistate in buona fede da una galleria di New York nel 1984 per esporle nella rotonda della sede centrale a Louisville, Kentucky.


Il Princeton University Art Museum ha invece restituito centosettanta tra reperti archeologici interi e frammentati, tra cui un askos a forma di astragalo, due statuette di donna, di cui una che suona un tamburello e l’altra la lira, un pithos a figure rosse e bianche, raffigurante animali, e 166 frammenti (quattro di un cratere a figure rosse, cinque di rilievi architettonici, un gruppo di 157 elementi architettonici con figure di tori).

Dal Metropolitan Museum di New York sono arrivati poi quaranta reperti archeologici frammentati riconducibili alla collezione privata di un cittadino americano, deceduto.



Vi sono infine:
Un bronzetto romano del I sec. d. C. conosciuto come la Venere di San Giovanni in Perareto. Rubato tra il 27 e il 28 agosto 1962 nel Museo Civico di Rimini, è stato individuato nei mesi scorsi, nella disponibilità di un gallerista newyorchese che l’ha restituita spontaneamente senza intraprendere un’azione rogatoriale. Tornerà in esposizione a Rimini.


Una pergamena antica, costituente un atto notarile del 1603, verosimilmente custodita nell’Archivio di Stato di Bari, di cui si erano perse le tracce sin dagli anni ’60. È stata rinvenuta, nel corso di altre indagini, da personale del Federal Bureau of Investigation (FBI) di Chigago.



Un corredo funerario in bronzo, costituito da 2 collane, 5 bracciali, 1 fibula e vari pendagli, tutti di epoca compresa tra l’VIII ed il VII secolo a. C., consegnati spontaneamente, con la collaborazione del Consolato Generale d’Italia in New York, da un apprezzato artista contemporaneo americano. I beni erano stati da questi ricevuti in eredità dal nonno italiano, originario di Offida (Ascoli Piceno) che li aveva trovati arando il suo campo ai piedi di una pianta di olivo, quindi esportati negli USA, già alla fine dell’ottocento, allorché era emigrato, prima ancora dell’entrata in vigore della legge di tutela del patrimonio culturale italiano. La notizia della restituzione, che rappresenta un genuino gesto di rispetto per il popolo italiano, è stata già riportata sulla stampa locale per l’ampia diffusione tra la comunità italo-americana, proprio al fine di invogliare altri discendenti di nostri connazionali, costretti a lasciare l’Italia tanti anni or sono, a riconsegnare gli eventuali oggetti archeologici che i loro antenati portarono con sé oltreoceano.

Ministero dei Beni Culturali
Fonte: www.ilfattostorico.com

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