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lunedì 9 gennaio 2012

Eratostene e carte geografiche.

Eratostene, genio o furbetto?
di Rolando Berretta

Eratostene di Cirene l’ha sparata proprio grossa.
Il giorno del Solstizio d’estate si era trovato a Sjene, (Aswan o Assuan dove c’è la diga), città sul Tropico a 24° nord, ed aveva osservato come i raggi solari cadessero dritti dritti dentro un pozzo. Lo stesso giorno del solstizio, ad Alessandria, notò che l’ombra di un palo dava un angolo di 7,2° o di 7°12’. Alessandria d’Egitto è posta a 31,2° o 31°12’. Calcoli perfetti ma, leggermente, anacronistici. Come è noto il pianeta Terra gira intorno al Sole con una certa inclinazione. Oggi l’inclinazione è di 23° 27’.

C’è stato un periodo che il Tropico cadeva esattamente a 24° ma non era, sicuramente, il periodo di Eratostene.

Ai tempi di Eratostene il Tropico, o l’inclinazione della Terra, era a 23°43’; se veramente avesse effettuato la misura – storica- avrebbe avuto un’ombra di 7° 29’. Il tropico a 24° lo abbiamo avuto nel lontano 2.700 aC circa. Era il Periodo che nella piana di Gyza si costruivano le Piramidi e che un palo piantato avrebbe dato un’ombra di 6° secchi pari a 1/60 della circonferenza terrestre. Quindi? Non basta. Eratostene da la distanza tra Sjene ed Alessandria che era di 5.000 stadi.

Se prendiamo una barchetta e discendiamo il Nilo, partendo da Aswan e arriviamo ad Alessandria, percorriamo giusti giusti 1.000 km pari a 5.000 stadi alessandrini; 1 stadio alessandrino è di 200 metri. Oggi viene portato avanti uno strano discorso:
hanno preso la distanza, in linea d’aria, tra Sjene ed Alessandria e l’hanno divisa per 5.000 ed hanno tirato fuori lo -stadio egiziano-. (Vedere la wikipedia.)
Piccola nota: se una persona, che il giorno del solstizio d’estate si trovasse a sud del Tropico del Cancro e si mettesse ad osservare la posizione del Sole a mezzogiorno, noterebbe che lo stesso è a settentrione. Bisognerà aspettare Amerigo Vespucci per tale segnalazione.


Ho aggiunto un altro grafico per evidenziare a quale latitudine nord, o sud, cadono perpendicolari i raggi del Sole, a mezzogiorno, durante l’anno. Con l’ausilio di tabelle, già predisposte, bastava misurare l’altezza del Sole a mezzogiorno con un quadrante. Si aggiungevano i gradi come da tabella e, con una semplice somma, si determinava la latitudine. Cristoforo Colombo utilizzava la Polare di notte. Vespucci ha misurato buona parte del continente americano. Vespucci conosceva bene Dante Alighieri e ne ricorda un passo:

I° capitolo Purgatorio
Io mi volsi a man destra e posi mente
allo altro polo e viddi quattro stelle
non viste mai fuor ch’alla prima gente;
godeva pareva il ciel di loro fiammelle:
o settentrionale vedovo sito
poi che privato sei di mirar quelle

Non solo conosceva Dante Alighieri; ci ha lasciato anche un bel disegno delle stelle in oggetto e ci informa che brillavano come la stella Canopo: il timone della nave (costellazione) Argo che, dalle nostre parti, non si vede assolutamente.

Colombo, arrivato vicino alla zona torrida, racconta:
“-…sul far della sera, ebbi la stella polare a cinque gradi di altezza. Lì il vento mi abbandonò e mi trovai in mezzo a un caldo così torrido che temetti che la nave e la gente prendessero fuoco. La calura provocò improvvisamente una situazione insostenibile: non c'era nessuno che avesse il coraggio di scendere sotto coperta per prendersi cura delle botti e dei viveri. Questo caldo soffocante si protrasse per otto giorni: il primo giorno il cielo era sereno, gli altri sette giorni nuvoloso e piovoso, il che però non ci servì di rimedio. Certo, però, se avessimo avuto il sole del primo giorno non credo che avremmo avuto possibilità di salvarci…

Vespucci, di contro, racconta:
“- Parmi, magnifico Lorenzo, che la maggior parte dei filosofi in questo mio viaggio sia reprobata, che dicono che dentro della zona torrida non si può abitare a causa del gran calore; e io ho trovato in questo mio viaggio essere il contrario, che l’aria è più fresca e temperata in quella regione che fuori di essa, e che è tanta la gente che dentro di essa vi abita e che di numero sono molti di più di quelli che fuori di essa abitano… che è certo che più vale la pratica che la teoria.

Tutto questo per dire: Eratostene e Colombo vengono osannati e riveriti in tutti i testi. Amerigo Vespucci è presentato come un profittatore; una mezza calzetta. Non è proprio così.

2 commenti:

  1. Bisognerebbe capire, con quale incertezza, Eratostene avesse compiuto le misure.

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  2. scrive Rolando Berretta.
    Dalla Geografia di Claudio Tolomeo si ricavano altre misure di Eratostene. Tolomeo contesta, anche, Eratostene usando lo stesso STADIO. Ognuno ne può trarre, poi, le proprie conclusioni.
    Io ho evidenziato le misure troppo precise di Eratostene; talmente precise che non sono, però, di quel periodo.

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