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sabato 19 febbraio 2011

Magone, Asdrubale e Amilcare in Sardegna

Alcune riflessioni su un pezzetto di Storia che riguarda la Sardegna del Ferro.
di Rolando Berretta

Diodoro Siculo (vedasi la Battaglia del Mare Sardo) afferma che nel 480 a.C. ci fu l’epico scontro delle Termopili ove Serse riportò la vittoria Cadmea.
I Greci ottennero la sconfitta più gloriosa con Leonida alle Termopili mentre la più grande vittoria la realizzarono in Sicilia, ad Imera, dove il siracusano Gelone fece fuori 300.000 uomini guidati dal cartaginese Amilcare.
Così la racconta Erodoto in Storie, libro VII.
165...Terillo figlio di Crinippo, tiranno di Imera, cacciato da Imera da Terone figlio di Enesidemo, monarca degli Acragantini, aveva fatto venire 300.000 Fenici, Libi, Iberi, Liguri, Elisci (Galli), Sardi e Cyrni (Corsi) con il loro comandante Amilcare, figlio di Annone re dei Cartaginesi....
166 ...nel giorno in cui gli Elleni vinsero a Salamina il re di Persia, Gelone e Terone vinsero Amilcare, re dei Cartaginesi. Amilcare, cartaginese da parte di padre e per parte di madre Siracusano, era diventato Re di Cartagine per il suo valore.
La storiografia moderna ci ricorda questo Amilcare sia come figlio di Magone sia come colui che aveva conquistato la Sardegna 30 anni prima. E' il fratello di quell'Asdrubale che morì in Sardegna. Fratelli famosi: sono i mitici figli dell'ancor più mitico Magone: l'artefice della potenza terrestre cartaginese.
Ma nessuno cita la fonte di questa libera interpretazione. Dove sta scritto che fosse un Magonide l’Amilcare di Imera?
Diodoro ci ricorda che Giscone, figlio dell’Amilcare sconfitto ad Imera, fu esiliato in Sicilia a Selinunte. Annibale, nipote di Amilcare, approfittando dell’allontanamento dell’esercito siracusano spedito in Grecia a dare man forte a Sparta contro Atene, fece una rapida incursione in Sicilia e distrusse Imera e Selinunte. (Il padre e il nonno erano stati vendicati).
Annibale fu giudicato il più grande condottiero che Cartagine avesse mai avuto. Era il 409 a.C.
Il mitico Magone e i figli (i Magonidi) Asdrubale e Amilcare debbono ancora comparire sulla scena.
Passiamo al personaggio più famoso della storia militare sarda: Malco, l’uomo che dopo aver sottomesso parte della Sicilia, dopo aver perso parte dell’esercito, sbarcò in Sardegna e fu sconfitto in una singola pesante battaglia. La storiografia moderna lo vede operare verso il 550 a.C.
Tuttavia nessuna fonte greca lo conferma. I Greci conoscevano bene la loro storia e la scrivevano. In Sicilia, verso il 550 a.C., i Cartaginesi operavano solo affari mercantili.
Ma l’ateniese Tucidide, che ha fotografato la situazione siciliana del suo periodo, li smentisce tutti.
Arriviamo al 406 a.C., all’inizio delle guerre cartaginesi in Sicilia.
Diodoro afferma che Cartagine spedisce per la seconda volta quell’Annibale che aveva distrutto Imera e Selinunte. Per la sua età avanzata gli affiancarono, come vice, Imilcone sempre della casata di Annone. A questo punto, se si confrontassero i testi di Giustino (per Malco) e quello di Diodoro (per Imilcone) ci si renderebbe conto che il personaggio e le vicende sono le stesse. Malco e Imilcone hanno le stesse consonanti (MLK). Integrando i due testi si ha un quadro preciso degli avvenimenti. E’ la stessa storia: quando Giustino scrive che all’Amilcare morto in Sicilia subentrò Imilcone non si riferisce all’Amilcare morto ad Imera nel 480 e all’Imilcone del 405, saltando il più grande condottiero che Cartagine avesse mai avuto: Annibale.
Questo Amilcare (sicuramente uno dei due Magonidi) dovrebbe essere morto nello scontro navale di Erice nel 368 a.C. A quest’Amilcare (Magonide) subentrò il figlio Imilcone che, dopo aver vinto numerose battaglie e conquistato numerose città (in Sardegna sicuramente, non in Sicilia) perse l’esercito per l’influsso pestilenziale di una stella. (Sono gli avvenimenti descritti dallo pseudo Aristotele. Siamo nel 349 a.C.)

“L'area di New York fu spazzata da uno tsunami causato dalla caduta di un asteroide di 100 metri di diametro: l'onda si stima alta 20 metri con una risalita di circa 50 km lungo il fiume Hudson; intorno al 300 a. C.”
Paolo Orosio, che non poteva sapere dell'asteroide, scrive:
“III 7(1) memorandum etiam inter mala censeo primum illud ictum cum cartaginiensibus foedus...
III 7(1) ritengo che anche il primo trattato che in quel tempo venne stipulato con i Cartaginesi si debba annoverare tra i mali soprattutto perché da esso provennero sciagure che ebbero inizio immediatamente dopo.
(2) 402 anni dopo la fondazione di Roma furono mandati ambasciatori a Roma e fu firmato un trattato.
(3) Le testimonianze della storia, l'infamia gettata sui luoghi e l'abominio decretato contro i giorni in cui quei fatti accaddero, attestano la grandine di mali e le ininterrotte tenebre di incessanti sciagure che seguirono l'arrivo dei Cartaginesi in Italia. Si vide la notte estendersi per la maggior parte del giorno e una grandine di chicchi grossi come pietre cadde dalle nubi a lapidar la terra.”
È l’anno in cui arrivò in Sicilia Timoleonte da Corinto guidato da una fiaccola in cielo.
Seguiamo Giustino:
9 Così i Popoli della Sicilia, causa le continue violenze dei Cartaginesi, ricorsero a Leonida: fratello del Re di Sparta. Ne nacque una dura guerra in cui si combatté a lungo e con varia fortuna.
10 Mentre accadeva ciò, ambasciatori inviati da Dario, re dei Persiani, vennero a Cartagine recando un editto con il quale si vietava ai Cartaginesi di sacrificare vittime umane e di mangiare carne di cane.
11 inoltre il Re ordinava di cremare i cadaveri dei defunti invece che seppellirli.
12 Contemporaneamente gli ambasciatori chiedevano aiuto contro la Grecia alla quale Dario stava per fare la guerra.
13 i Cartaginesi, rifiutando gli aiuti a causa delle loro continue guerre contro i vicini, obbedirono volentieri agli altri ordini per non apparire recalcitranti ad ogni cosa.
A questo punto bisognerebbe rivedere i Codici. In Giustino si riporterebbe l’arrivo di Leonida mentre Diodoro fa giungere Timoleonte. (Stessa radice Leon).
Franciscus Ruehl-Lipsia 1886-Edidit O.Seel MCMLX–“Biblioteca scriptorum grecorum et romanorum Teuberiana”...dice, in una nota, che ne Giustino ne Trogo parlano di Leonida a causa di una lacuna nel testo. Leonida è riportato, solo (olim) da Gothsmit. Il Dario della peste è sicuramente il Dario II e la peste è la diffusione di quella di Atene.
Inoltre c’è un passo di Giustino che riguarda la fine di Malco:
Nec multo post ipse adfectati regni accusatus duplicis, et in filio et in patria, parricidii poenas dedit. Huic Mago imperator successit, cuius industria et opes Karthaginiensium et imperii fìnes et bellicae gloriae laudes creverunt.
Tutti i traduttori vedono Malco ucciso per il duplice delitto.
Tonino Pischedda, esperto di Lingua Latina, assicura che quel NEC messo all’inizio del passo…ribalta il significato.
Malco, accusato per il duplice parricidio, non fu giustiziato. Ma chi avrebbe potuto giudicare e condannare il Padrone di Cartagine ?

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