Diretto da Pierluigi Montalbano

Ogni giorno un nuovo articolo divulgativo, a fondo pagina i 10 più visitati e la liberatoria per testi e immagini.

Directed by Pierluigi Montalbano
Every day a new article at the bottom of the 10 most visited and disclaimer for text and graphics.
History Archaeology Art Literature Events

Storia Archeologia Arte Letteratura Eventi

Associazione Culturale Honebu

Translate - Traduzione - Select Language

mercoledì 27 ottobre 2010

...ancora sulle "rotonde".


Il complesso archeologico di Punta Unossi
di Derudas, 2006

Florinas è raggiungibile dalla SS 131, ove al Km. 193,300 si imbocca la strada provinciale che conduce al centro urbano; percorrendo via Roma si prosegue dritti per circa 500 metri e, seguendo la segnaletica turistica, si svolta a destra immettendosi nella strada comunale di Santa Maria ‘e Sea. Il percorso, solo in parte asfaltato, è percorribile con mezzi ordinari: si prosegue per circa 1.200 Km e si lascia l’auto 100 metri prima di un abbeveratoio che sorge in uno spiazzo. Si prosegue a piedi lungo un antico tratturo, ora ripristinato, che giunge sino al sito.
Il complesso archeologico di Punta Unossi si inquadra tra i cosiddetti villaggi-santuario di epoca nuragica caratterizzati comunemente, oltre che da capanne d’uso civile e pubblico, dalla presenza di edifici funzionali al culto delle acque che, come è noto, costituisce uno degli aspetti principali della religiosità paleosarda.
Nel 2004 (nelle more dell’edizione del volume 43-45 del Bollettino d’Archeologia del 1997), è stato pubblicato uno studio a cura di Lo Schiavo con un titolo emblematico Le “Rotonde”: un nuovo tipo di tempio nuragico. Si tratta di una rassegna complessiva su questa tipologia di monumenti nell’ambito della quale sono state oggetto di disamina le “Rotonde” di Punta Unossi e di Giorrè.
Buona parte delle “Rotonde” sono ubicate nella Sardegna nord occidentale: due sono state messe in luce in ambedue i villaggi-santuario di Florinas (Punta Unossi e Giorrè), una nell’area sacra di Serra Niedda-Sorso e in quella di Cuccuru Mudeju-Nughedu San Nicolò. Altri tre complessi nuragici con edifici inquadrabili in questa tipologia sono stati identificati nel nuorese: Sa Carcaredda-Villagrande Strisaili, Gremanu-Fonni, Corona Arrubia-Genoni. A queste si aggiunge la Rotonda di Su Monte (Sorradile-OR). Si ritiene comunemente che i villaggi-santuario costituissero un punto di riferimento per una vasta area territoriale, aspetto che appare confermato nel caso in esame in quanto sulla base dell’indagine di superficie non si riscontrano tracce di edifici di valenza cultuale per un amplissimo raggio, benché la densità di altre tipologie di monumenti nuragici (nuraghi, tombe di giganti, tombe a prospetto architettonico) in questa porzione del territorio sia veramente notevole.


Il villaggio di Giorrè

La valenza cultuale di questo monumento è avvalorata dal rinvenimento di un betilo in calcare riproducente una torre nuragica, lacunoso nella parte inferiore e sbrecciato in quella superiore. Il corpo di forma cilindrica e sovrastato dal terrazzo aggettante: per lo stato di conservazione non sono leggibili chiaramente i mensoloni sovente rappresentati in questa tipologia di betili. A questo si aggiungono altri cinque frammenti litici frammentari (bugne o frammenti di altri betili- torre) e tre elementi troncopiramidali in calcare di fattura raffinata con decorazione di tipo geometrico. La frequentazione del sito è attestata sino all’età del Ferro.
La “capanna delle riunioni” di Punta Unossi
Percorrendo il tratturo che conduce al sito di Punta Unossi, a circa 300 metri si può deviare verso nord per raggiungere il nuraghe Punta Unossi dal quale si gode di una veduta d’insieme del villaggio.
Proseguendo nel tratturo si raggiunge l’area, recintata con muro a secco, al cui ingresso si localizza un pannello esplicativo e un pannello con la planimetria generale del sito. A tal punto si consiglia di visitare il settore ove si localizza la “capanna delle riunioni” per poi raggiungere il vasto settore ove si erge la “Rotonda”.

A circa 50 m. dall’ingresso all’area archeologica, in direzione O/NO si individua un vano circolare di dimensioni rilevanti rispetto alle altre strutture (diametro esterno m. 11; interno m. 7,50) e che restituisce una serie di elementi che inducono a inquadrarla fra le cosiddette “Capanne delle riunioni” rinvenute in vari complessi di età nuragica (Palmavera-Alghero; Santa Vittoria-Serri; Santa Cristina-Paulatino, Sant’Anastasia-Sardara). Si tratta di vani ai quali si riconosce una funzione “pubblica” (ciò che giustifica le ampie dimensioni), caratterizzati dalla presenza di un bancone-sedile che si sviluppa lungo il perimetro interno: si ritiene comunemente che in queste grandi capanne si riunisse una sorta di “Consiglio degli anziani” per dibattere i problemi della comunità.

La presenza di modellini di nuraghe in pietra (betili-torre), poggianti su basamenti circolari di accurata fattura posti al centro di questi vani, si collega al diffuso culto delle pietre che ha caratterizzato l’età nuragica. Secondo l’opinione corrente il betilo-torre sarebbe da interpretarsi come un dio-torre, dio-nuraghe ovvero una divinità non antropomorfica che presiede alla difesa della comunità. Sostanzialmente dovrebbe trattarsi della “essenza” divina che si cala nella pietra che riproduce la dimora-fortezza della comunità e che diviene tramite il piastrino torre, la “casa del Dio”, difesa e tutelata, dalla sua presenza”. All’interno del vano, come è usuale, lungo tutta la circonferenza si sviluppa un bancone-sedile costituito da blocchi di calcare di forma parallelepipeda che ingloba, nel lato est, un manufatto cilindrico (seggio-tronetto o betile-torre?) piuttosto eroso. Si interpreta invece
con certezza come modellino di nuraghe, in quanto raffigura anche i mensoloni del terrazzo di un monotorre, un altro manufatto rinvenuto nel lato orientale appoggiato al bancone-sedile, rincalzato alla base da lastrine di calcare per assicurarne la stabilità. Si suppone che quest’ultimo originariamente poggiasse al centro, su un piedistallo circolare (diametro esterno m. 1.70; altezza max. 0,40) costruito con conci di basalto “a T”, quattro dei quali ben conservati altri erosi e in qualche caso frammentati. Si esclude infatti che questo manufatto fosse stato utilizzato come focolare (ipotesi avanzata in qualche altro sito) in quanto non sembra presentare alcuna traccia d’uso.

Immagini e testo dal libro della Derudas.

Nessun commento:

Posta un commento